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LA STORIA

I detenuti evadono dal carcere. Ma è solo un gioco da tavola... - LE FOTO

Il garante Mellano: «Dietro le sbarre c'è grande potenzialità»

I detenuti evadono dal carcere. Ma è solo un gioco da tavola...

Detenuti giocano a "Articolo 385, la fuga"

"Articolo 385: la fuga". Non è una notizia di cronaca, stavolta si tratta di un gioco da tavolo: un innovativo progetto presentato ieri, ideato e realizzato dai detenuti del carcere Lorusso e Cutugno, in collaborazione con il Primo Liceo Artistico dell'istituto di detenzione, la società Torino Factory e l'associazione Sapori Reclusi. Tutto disegnato a mano. I giocatori possono scegliere di impersonare uno degli 8 personaggi, tratteggiati con tono ironico e un pò caricaturale, "ingiustamente" detenuti in una struttura carceraria di fantasia la cui struttura "modulare" varia da partita a partita. Lo scopo del gioco? Ovviamente, tentare l'evasione. «Mentale, sia chiaro» ironizzano i detenuti, spiegando quanto sia difficile tra le mura del carcere fare passare il tempo. «Non tutti lavorano, non c'è un impiego per tutti: molti di noi qui hanno scelto di studiare, per utilizzare in maniera costruttiva il tempo. E progetti come questi, sono una boccata d'aria».

Infatti l'obiettivo principale del progetto era coinvolgere i detenuti in un'iniziativa complessa, trasformando un'idea in un prodotto commerciale concreto. «Sono stati mesi impegnativi, ma grazie all'unione di forze e ai laboratori settimanali, i detenuti, con l'aiuto del Primo Liceo Artistico, hanno realizzato un gioco da zero che ora vede finalmente la luce» dichiara Massimo Munafò, amministratore delegato di Torino Factory. Il gioco è attualmente in fase di distribuzione e sarà disponibile nelle librerie dalla prossima settimana. Parte del ricavato andrà proprio ai detenuti che hanno lavorato ad Articolo 385.

 

Un ponte con l'esterno

Bruno Mellano, garante dei detenuti del Piemonte, sottolinea l'importanza del progetto: «Queste iniziative sono in grado di far comunicare con l'esterno, un aspetto fondamentale per far conoscere la vita dietro le sbarre. L'evasione trattata con disegni e giochi dimostra quanta umanità sia presente negli istituti carcerari». Mellano ha ancora ricordato i suicidi dietro le sbarre degli ultimi mesi, sottolineando l'importanza di idee come quella di Torino Factory. Oltre a un obiettivo formativo, il progetto ha avuto una forte connotazione ludica. Ha richiesto ingegno e collaborazione, permettendo ai detenuti di esplorare talenti nascosti. Dominguez Mjango Alvaro Alyandro, uno dei detenuti coinvolti, ha disegnato i personaggi del gioco. «Quando ci hanno presentato questa opportunità, eravamo entusiasti. Ho scoperto che il disegno può essere molto di più di una semplice passione» sorride Dominguez. Giovanni Mazza, un altro detenuto che ha contribuito alla realizzazione del gioco, descrive l'esperienza come «un modo per evadere scherzosamente dalla realtà detentiva, trasformandosi sempre più in una parentesi felice di questa esperienza».

Alla fine della conferenza stampa dove veniva presentato il gioco, tra una sigaretta nei corridoi e la simulazione di una partita, i detenuti si sono lasciati andare a un appello: «Siamo qui dentro perchè abbiamo sbagliato. Ma, se ci danno le possibilità, ne usciremo migliori».

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