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La guerra dell'automotive
13 Giugno 2024 - 07:00
Concorrenza sleale. Così l’Europa motiva i dazi sull’importazione di auto cinesi, ma proprio adesso che ci si è mossi contro il grande pericolo da sempre ventilato dai costruttori, Stellantis - che su questo spauracchio e le trattative del governo italiano stesso aveva puntato per ottenere gli incentivi - contesta le misure messe in atto. Una situazione solo in apparenza paradossale. Vediamo di capire perché.
«Il nostro obiettivo non è chiudere il mercato europeo ai veicoli elettrici cinesi, ma garantire che la concorrenza sia leale» ha detto il vicepresidente della Commissione europea, Valdis Dombrovskis. I sussidi statali in Cina, infatti, consentano che queste vetture costino il 30% in meno di quelle europee. La Commissione europea, dopo una inchiesta sui costruttori, ha quindi deciso per i dazi: BYD +17,4%; Geely +20%; e SAIC: +38,1%. Agli altri produttori cinesi 21%.
Ma a Stellantis - mentre la Cina già minaccia una guerra commerciale con l’Europa - la decisione non piace «in quanto azienda globale crede nella concorrenza libera e leale in un ambiente commerciale mondiale e non sostiene misure che contribuiscono alla frammentazione del mondo». Stellantis è partner dei cinesi di Leapmotor di cui ha annunciato la commercializzazione in Europa, e precisa che «Leapmotor potrebbe beneficiare dell’impronta diversificata di Stellantis in Europa», senza dimenticare la sua Citroën ë-C3 prodotta in Europa, «il cui prezzo parte da 20mila euro, in grado di competere con i prodotti cinesi».
Dunque, «l’annuncio di oggi delle tariffe non scoraggerà la nostra strategia complessiva nei confronti di Leapmotor in Europa». Che può anche significare questo: produzione (anzi, solo assemblaggio) Leapmotor in Europa, negli stabilimenti Stellantis. Quali, però, è ancora tutto da stabilire.
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