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GUERRA IN FAMIGLIA
13 Giugno 2024 - 11:13
«Perché c'erano dei miei quadri nel vostro caveau al Lingotto?». A porre la domanda è Margherita Agnelli, che ora si aspetta una risposta da Fca e Stellantis. Cioè le aziende guidate da suo figlio John Elkann, che lei accusa di averle sottratto quelle opere d'arte e di aver mentito sulla residenza svizzera della nonna Marella Caracciolo.
E' l'ultimo atto della guerra in famiglia Agnelli-Elkann, che vede la mamma come accusatrice e il figlio come indagato per truffa ai danni dello Stato ed evasione fiscale (insieme ai fratelli Lapo e Ginevra, il commercialista Gianluca Ferrero e il notaio Urs von Grueningen, esecutore testamentario ed amministratore dei beni ereditari della successione di Marella Caracciolo). A spingere la figlia dell'Avvocato alla nuova mossa è la conferma del ritrovamento di alcune opere d'arte contese nella sede di Fca Partecipazioni al Centro Congressi Lingotto, in particolare nei locali dell’Archivio Centro Congressi al piano interrato: «Margherita Agnelli in de Pahlen ha denunciato alle competenti autorità giudiziarie italiane la sparizione di alcune delle opere d’arte di sua proprietà - premette l'avvocato Dario Trevisan, che ha scritto a nome della sua assistita a Fca, a Stellantis e alle autorità finanziarie olandesi (visto che la sede ufficiale di Stellantis è nei Paesi Bassi) - Si tratta, tra le varie, delle seguenti opere: Balthus, La Chambre; Jean-Léon Gerome, Pho Xai (fils du second ambassadeur siamois Phra Navaï); Claude Monet, Glaçons, Effet blanc; Giacomo Balla, The Stairway of Farewells; Giorgio de Chirico, Mystery and Melancholy of a Street».
Il "problema" è che adesso queste opere sono riemerse dal nulla, trovate dalla Guardia di finanza nella perquisizione al Lingotto. Lo spiega ancora Trevisan nella sua lettera inviata an nome della signora Agnelli: «Durante le indagini relative ad un differente procedimento penale avviato dalla Procura di Torino nei confronti, tra gli altri, di John Elkann e del notaio Urs von Grunigen, per i reati di evasione fiscale e truffa ai danno dello Stato, sono stati rinvenuti gli originali di alcune delle opere d'arte sopra menzionate di proprietà di Margherita Agnelli in de Pahlen».
In realtà, al momento, non è chiaro se quei dipinti siano originali o copie: la Procura di Torino ha chiesto una consulenza per accertarlo mentre i magistrati milanesi hanno trasmesso per competenza ai colleghi torinesi gli atti dell'indagine sulle 13 opere d'arte. Compresi gli ultimi approfondimenti chiesti dal gip milanese Lidia Catellucci, tra cui le testimonianze di Paola Montalto e Tiziana Russi, persone di fiducia di Marella Caracciolo, le quali si sono occupate degli inventari dei beni ereditati. Le due signore, assieme a una terza persona, ai tempi al servizio della moglie dell'Avvocato, hanno ricostruito che quelle tele erano alle pareti dell'appartamento romano a Palazzo Albertini-Carandini, di cui Margherita ha la nuda proprietà, e che furono poi donate ai tre nipoti John, Lapo e Ginevra dalla nonna.
Intanto, bisogna capire come siano arrivati lì. La lettera dell'avvocato Trevisan ha proprio questo obiettivo: «Riservandoci di adottare le misure che riterremo opportune nei confronti di Fca Partecipazioni, dei suoi organi e/o della sua controllante Stellantis Europe S.p.A. e/o della capogruppo Stellantis N.V. quotata al New York Stock Exchange (NYSE), su Euronext Milan e su Euronext Paris (di cui è presidente John Elkann) e che svolge su di esse attività di direzione e coordinamento, vi chiediamo sin da ora di fornire documentazione relativa al titolo in base al quale Fca Partecipazioni detenga opere d'arte e beni di terzi, compresi gli originali di alcune di quelle di proprietà di Margherita Agnelli in de Pahlen oggetto di sparizione».
Pronta la replica dei legali che assistono John, Lapo e Ginevra Elkann: «Margherita Agnelli in De Pahlen non può vantare alcun diritto di proprietà sui quadri menzionati dal suo legale, in quanto le tele in questione erano di proprietà personale di Donna Marella Caracciolo, sulla cui eredità, come è noto, la figlia Margherita non ha alcun diritto. Da quanto riportato nei giorni scorsi dagli organi di informazione, l’inchiesta milanese originata dall’esposto a cui fa cenno il legale di Margherita si sarebbe conclusa con un’annotazione della Guardia di Finanza che non ha rilevato alcuna sparizione né movimentazioni illecite. La legittimità dell’operato dei nostri assistiti è quindi indiscutibile».
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