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La stoccata
09 Giugno 2024 - 08:00
Margherita Agnelli non ha detto una parola quando il suo primogenito, John Elkann, l’ha accusata di «violenze fisiche e psicologiche». Adesso, invece, alza la voce per zittire chi dice che suo figlio non perderà mai il controllo della Dicembre, cassaforte della famiglia Agnelli: «Se vinco le cause civili, divento socia e posso ottenere giudizialmente che venga revocato dalla sua carica di amministratore - è la tesi della figlia dell’Avvocato, che aggiunge - Un amministratore di società, se condannato per reati fiscali, può essere interdetto. E John è indagato a Torino proprio per quello...».
Queste parole sono contenute in una lettera che l’avvocato Dario Trevisan, legale di fiducia di Margherita Agnelli, ha inviato all’Ansa per rispondere all’intervista dell’agenzia a Jennifer Clark, giornalista americana e autrice de “L’ultima dinastia. La saga della famiglia Agnelli da Giovanni a John” (Solferino).
Al centro delle critiche di Trevisan e della sua assistita, c’è soprattutto il passaggio sulla Dicembre, società che controlla Exor e quindi Stellantis, Ferrari e Juventus. E che è al centro delle diatribe legali fra madre e figlio. Clark sostiene che «il controllo della Dicembre sia blindato grazie a un atto notarile, firmato allo studio Grande Stevens il 24 marzo 1999, in cui si legge: “Qualora il signor Giovanni Agnelli mancasse o per qualsiasi ragione fosse impedito, l’amministrazione nella sua identica posizione con gli stessi poteri e prerogative sarà assunta dal signor John Philip Elkann”». L’avvocato Trevisan, a nome di Margherita Agnelli, sostiene che non ci sia niente di vero: «Le uniche informazioni sugli asseriti fatti modificativi riguardanti la Dicembre sono rinvenibili solo da quanto rendicontato - sulla base di mere fotocopie - al Registro delle Imprese di Torino da parte della società (ovvero dal suo amministratore unico John Elkann e dal notaio Remo Morone, con il concorso degli altri due asseriti soci Lapo e Ginevra Elkann), mediante iscrizioni effettuate solo nel 2021, ovvero 22 anni dopo quella presunta modifica. Semmai la fotocopia dell’atto del 24 marzo 1999 risultasse conforme all’originale, sarebbe comunque una semplice scrittura privata, priva di autenticazione. Non “un atto notarile”».
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