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Agnelli contro Elkann: la guerra in famiglia dipende (di nuovo) da domestici e conti in "paradiso"

Causa civile e inchiesta penale si intrecciano per protagonisti, testimoni e carte: ecco quali

Agnelli contro Elkann: perché la guerra in famiglia dipende da domestici e conti in "paradiso"

Cos'hanno in comune segretarie, addette alle pulizie e domestici, un lungo elenco di conti nei paradisi fiscali e una serie di società offshore? Rimandano tutti a Marella Caracciolo, vedova di Gianni Agnelli, e alla sua eredità. Che è contesa dalla figlia Margherita e dai nipoti John, Lapo e Ginevra Elkann, al centro di una guerra familiare che ora si combatte su due fronti: da un lato, l'inchiesta penale, per cui è stata appena chiesta una proroga delle indagini e una rogatoria per accedere ai documenti svizzeri sulla successione di Donna Marella; dall'altro c'è il processo civile, che è appena ripreso ed entrerà nel vivo nei prossimi mesi con l'interrogatorio di John Elkann, le testimonianze e i documenti che la giudice Nicoleta Aloj ha ordinato di esibire in originale. E in parte sono gli stessi su cui stanno lavorando gli inquirenti che seguono l'inchieste penale, il procuratore aggiunto Marco Gianoglio e i pubblici ministero Mario Bendoni e Giulia Marchetti.

E' nelle pieghe dell'ordinanza del giudice civile che si può ricostruire su che cosa si decideranno le due battaglie, a partire proprio dalla petizione ereditaria fatta da Margherita Agnelli per ottenere soldi e beni che le spettano (secondo lei). Come detto verrà sentito Elkann. Ma anche tre suoi dipendenti, che i suoi difensori avevano chiesto di escludere proprio perché lavorano per lui: la giudice ha rigettato l'eccezione, quindi potranno parlare nella causa civile. Ed è verosimile pensare che ripeteranno quanto già detto ai pm dell'inchiesta penale, che li hanno sentiti come persone informate dei fatti: una è l'addetta alle pulizie di origine cinese che lavorava per Donna Marella ma era formalmente assunta da John Elkann per "nascondere" il fatto che negli ultimi anni la nonna vivesse più in Italia che in Svizzera (almeno secondo gli inquirenti, che per questo contestano evasione fiscale e truffa ai danni dello Stato). Poi ci sono altri due lavoratori, tra cui uno che aveva «una controversia con Fca Security e con uno dei convenuti ed è stata conciliata». Si tratta di uno dei due dipendenti che è stato intercettato a fare «allusioni alla loro ricerca di vantaggi dalla vicenda in corso».

Oltre ad autorizzare testimonianze e prove, la giudice ha negato la visione dei documenti della Dicembre, la cassaforte della famiglia al centro dell'inchiesta penale. Però ha ordinato ai tre fratelli Elkann di esibire una serie di documenti originali e gli atti di una lunga lista di conti correnti intestati a Marella Caracciolo e rapporti bancari che la donna aveva in Svizzera, Liechtenstein, New York, Londra, Isole Vergini Britanniche, Singapore, Hong Kong, Lussemburgo. Tutti conti, specificato con numeri e indirizzi delle banche, che richiamano nomi di società già citate nell'inchiesta penale: dalla Bundeena consulting al Tremaco Trust, fino a Mrgona Stanley e Pictet & Cie. E spuntano anche le fiduciarie con sede fra Torino e Milano, come la Simon e la Nomen. Questo perché, come si legge in un passaggio dell'ordinanza, «trattandosi di rapporti formalmente intestati a Marella Caracciolo o comunque a lei riferibili, è presumibile secondo un criterio di normalità che la documentazione relativa agli stessi sia nella disponibilità degli eredi testamentari designati da costei nonché nella disponibilità del notaio Robert von Grueningen, esecutore testamentario che si è occupato della redazione dell'inventario relativo all'eredità Caracciolo». E il notaio svizzero von Grueningen è indagato anche nell'inchiesta penale, insieme ai tre Elkann e al commercialista Gianluca Ferrero (che è anche presidente della Juventus).

La dottoressa Aloj ordina allo stesso professionista svizzero di produrre in giudizio tutti i documenti degli inventari fatti dopo l'apertura della "Successione Caracciolo", dalla ricognizione dei beni ereditari alle indagini effettuate sui conti esteri delle società. Compreso l'inventario completato il 31 agosto 2020 e i suoi allegati, tra cui quello denominato "Donazioni DM 2010/2014". E chissà che lì in mezzo non ci siano anche le opere d'arte "sparite" in questi anni, che Margherita Agnelli vorrebbe rivedere e recuperare. Le parti hanno tempo quattro mesi per adempiere alle richieste della giudice, poi il 2 dicembre ci sarà l'udienza con le prime testimonianze. E chissà che intanto gli atti dell'inchiesta penale non siano stati depositati e possono essere inseriti nel processo civile. 

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