Cerca

Il fatto

Un anno dopo il restauro, l’ex dazio torna terra di nessuno

Muri imbrattati e via vai di spacciatori nella zona di piazza Bengasi

L'ex Dazio di piazza Bengasi

L'ex Dazio di piazza Bengasi

Terminavano un anno fa i lavori di riqualificazione dell’ex dazio di piazza Bengasi, lo storico caseggiato giallo situato nei pressi delle entrate della metro, eppure, a guardarlo oggi, l’intervento di ripristino sembra non esserci mai stato.

Muri imbrattati, imposte rotte, spacciatori che compiono transazioni a pochi metri di distanza, barboni che continuano a vedere lo stabile come un dormitorio abbandonato e writer che lo considerano una tela su cui dipingere: il degrado ha ripreso piede, velocemente, e ora l’edificio si presenta nuovamente in condizioni pietose, sporco, abbandonato, dal futuro incerto. Una situazione tutt’altro che imprevedibile, che l’amministrazione comunale contava di evitare (o per lo meno di rallentare) installando una recinzione a protezione dell’area, mai montata nonostante le rassicurazioni della vicesindaca Michela Favaro.

«A distanza di un anno dal termine dei lavori di restauro esterno del dazio la facciata è stata nuovamente imbrattata, e la palazzina, nonostante il denaro pubblico investito per la sua riqualificazione, versa nuovamente in stato di degrado e triste abbandono - commenta Claudia Amadeo, consigliera della Lega della Circoscrizione 8 - nell’attesa di un completo restauro del fabbricato, il Comune spieghi quali siano stati i motivi della mancata installazione di ringhiere protettive, e si ci siano finalmente i fondi per procedere con la ristrutturazione».

Domande racchiuse in una nuova interpellanza sottoscritta dal capogruppo leghista Stefano Delpero e dal consigliere Gerardo Mancuso, che a breve sarà discussa insieme ai colleghi della 8, e, in caso di approvazione, depositata sulle scrivanie di chi dovrà definire il futuro di una struttura che meriterebbe ben altro impiego.

Resta aggiornato, iscriviti alla nostra newsletter

Logo Federazione Italiana Liberi Editori L'associazione aderisce all'Istituto dell'Autodisciplina Pubblicitaria - IAP vincolando tutti i suoi Associati al rispetto del Codice di Autodisciplina della Comunicazione Commerciale e delle decisioni del Giurì e de Comitato di Controllo.