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La guerra dell'auto
13 Luglio 2024 - 07:10
Altro che strette di mano e ramoscello d’ulivo: la guerra fra Stellantis e il ministro Urso è in piena attività. Con lui che vuole cedere ai produttori cinesi i marchi della ex Fiat e gli Elkann/Agnelli che dicono ai clienti «se volete togliere il tricolore dalla Topolino, venite in officina e lo facciamo gratis».
Andiamo in ordine. Dopo i mezzi rimbrotti alla festa per i 125 anni di Fiat e richiami alla responsabilità - bellamente ignorati da Elkann, che nei suoi discorsi non si discosta mai di una riga dal testo scritto -, e la conferma di una chiacchierata a sei occhi (Tavares compreso), adesso viene fuori una strategia del governo per invogliare maggiormente i costruttori cinesi a impiantare le fabbriche in Italia Rendendo le loro auto “Made in Italy”.
Il mezzo è in una specifica disposizione nella legge per il Made in Italy, cui seguirà a breve un decreto attuativo del ministero, per cui lo Stato potrà incamerare un marchio, subentrando all’impresa titolare, e concederne il diritto di utilizzo a titolo gratuito. Ma lo Stato potrà rilevare di forza quei “marchi per i quali si presume il non utilizzo da almeno cinque anni e che risultano di particolare interesse e valenza nazionale”. E i primi due sarebbero Autobianchi e Innocenti.
Il primo, dalla Bianchina di Fantozzi alla A112, era diventato di Fiat nel 1968. Era il marchio della Y10, fino a che si è preferito. Quanto a Innocenti, la fabbrica di Lambrate faceva le Mini ed era passata attraverso una complessa storia disgraziata fra DeTomaso, Maserati e un piano di salvataggio mai fatto da Fiat.
Le sue ultime apparizioni erano per la Innocenti Elba, versione “premium” della terrificante Duna station wagon.
Ma entrambi i marchi sono di proprietà di Stellantis, ora. Davvero il governo può prenderli e darli ai cinesi (in uso per dieci anni, o fino al termine della produzione)? Intanto, dal ministro si sono già mossi, registrando all’Ufficio Brevetti i marchi Innocenti e Autobianchi “con caratteristiche grafiche diverse da quelli di proprietà di FCA Italy”.
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