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Auto & Personaggi
13 Luglio 2024 - 08:20
Togliersi la soddisfazione di guidare l'auto di Agnelli? E' possibile. Basti pensare negli anni quante Fiat Panda appartenute all'Avvocato - solo nel suo testamento ce n'erano una quindicina, oltre a un Fiat Fiorino e tre trattori - sono finite in altre mani, e non necessariamente collezionisti (un mio quasi vicino di casa, qui nell'astigiano, ha una 4x4 con cui va nei campi). Ma questa volta si può dire che sia un'auto certamente unica. Intanto, è un'Alfa Romeo. E sotto il suo cofano c'è un gioiello.
Si tratta di un'Alfa Romeo 156 2.5 V6 del giugno 1998, potenza 190 cavalli, colore argento metallizzato, interni in pelle, 76mila chilometri. Era di Umberto Agnelli, il fratello di Gianni. A testimonianza dell'autenticità, il venditore su Autoscout24 (è della provincia di Vercelli) dice che testimonianze della sua storia "si possono trovare video in rete, come su Youtube e di La7 dove compare nei funerali di Gianni e nel Giallo di Edoardo".
E poi, ovviamente, c'è il libretto con il nome del celebre intestatario. Che amava le Alfa Romeo più delle Fiat, mentre Gianni era solito guidare la sua Fiat Croma (ma anche Delta o Panda realizzate su misura), tanto che aveva posseduto anche una Alfa Romeo 155, probabilmente finita da qualche parte prima al Museo di Arese poi all'Hub Heritage di Mirafiori.
L'elemento distintivo, che ne certifica la proprietà Agnelli, sta nei profili neri e blu che corrono lungo le due fiancate: bisogna sapere che tutte le vetture degli Agnelli (tranne la Croma di Edoardo, ma forse era dovuto al suo colore), dalla Fiat 131 alla Lancia Delta cabrio esemplare unico, alla Lancia Prisma usata a Villar Perosa, avevano questi profili. Si tratta di un omaggio reale (autoassegnatosi dagli Agnelli, ovvio), una sorta di decorazione per il rango della Famiglia e di Gianni ufficiale di cavalleria dell'esercito di Casa Savoia.
Al di là degli accessori, come i sedili riscaldati, gli interni in pelle e un radiotelefono che da solo diventa pezzo da collezione, la vettura come si diceva ha una caratteristica particolare: è l'unica appartenuta a un Agnelli che montasse il motore Busso. Si tratta di un propulsore da 6 cilindri a V, prodotto dal 1979 al 2004 (ha finito la sua carriera sull'Alfa 147, nella cilindrata 3.200), progettato da Giuseppe Busso, nato a Torino nel 1913 e scomparso nel 2006. Non era un ingegnere ma un perito industriale, che in Fiat entrò come calcolatore, per passare poi alla progettazione di soluzioni tecniche per la realizzazione dei motori. Da Fiat passò in Alfa Romeo, in Ferrari. Il suo gioiello, il V6, resta un motore unico per prestazioni e sound, rimpianto ancora oggi dagli appassionati.
La particolarità è che in Alfa quel propulsore di solito equipaggiava l'ammiraglia 165. Ma si sa che gli Agnelli erano soliti chiedere modifiche alle vetture a loro dedicate.
Per chi volesse guidare quest'auto, il proprietario chiede 29mila euro. E avverte: è da collezionisti.
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