Cerca

Il lato oscuro

Dieci anni fa lo sgombero del campo nomadi, oggi c'è una giungla con rifiuti e giochi per bambini

Dopo l’allontanamento degli occupanti, la baraccopoli è stata chiusa con i new jersey

Le condizioni dell'ex campo di Lungo Stura Lazio

Le condizioni dell'ex campo di Lungo Stura Lazio

Per tanto tempo (per la precisione fino al 2014) quella immensa favela sulle sponde del torrente è stata casa per 850 persone. C’è chi dice anche mille. Poi dopo anni di lavoro, pressioni dei cittadini e fondi stanziati si è arrivati all’allontanamento degli occupanti e alla demolizione di tutte le baracche presenti. Con, in conclusione, la costruzione di un muro - alto tre metri - per impedire a chiunque di entrare e ripetere l’esperienza.

Ma in 10 anni, tanto è passato da quando l’ultima famiglia è stata allontanata da quel tugurio, poco è cambiato. Il tempo nei pressi del ponte Amedeo VIII di strada Settimo si è improvvisamente fermato. Oggi addentrarsi in quello che una volta era un campo rom è praticamente impossibile. I rifiuti, vere e proprie montagne, sono stati inghiottiti dalle piante, a loro volta cresciute a dismisura. E gli insetti hanno cominciato a farla da padroni.

L’unico accesso, vicino al monumento dei caduti di Barca e Bertolla, è una strettoia che conduce in un vero e proprio labirinto.

I rifiuti abbandonati nell'ex campo rom di lungo Stura Lazio

Silenzio assordante

Le tonnellate d’immondizia accumulate dagli abitanti sono state rimosse solo in parte, al pari di alcuni dei resti delle baracche che le ruspe hanno buttato giù alla velocità della luce. Così quando il campo è stato chiuso con un muro di cemento, tutto l’orrore che per anni ha dimorato su quelle sponde non ha trovato via d’uscita. E lì, inevitabilmente, è rimasto.

Veduta da lungo Stura Lazio dell'ex campo nomadi abusivo

L’erba è cresciuta notevolmente e quel sentierino che un tempo si percorreva facilmente, oggi si è trasformato in un percorso a ostacoli, con i rovi e le zanzare a farla da padroni. un silenzio assordante rotto dal via vai dei topi, delle lucertole e di qualche insetto. Soprattutto zanzare. Tra le piante si vede poco o nulla, non ci sono curiosi. La sensazione è che nessuno si addentri in questo luogo della disperazione da tempo, nonostante voci che paiono fantasiose.

L'ingresso dell'ex campo rom, una vera foresta

I resti delle baracche

Scorgere i resti delle baracche demolite è quasi impossibile. Nel primo tratto bisogna muoversi tra le piante e i copertoni, camminando in un panorama spettrale con casette demolite e di cui sono rimasti solo i resti. Per arrivare al cuore della baraccopoli, però, ci vuole un’impresa. La vegetazione, di fatto, è cresciuta incontrastata. E ci vuole un mezzo miracolo per trovare i resti delle dimore di donne e bambini.

I rifiuti di una delle baracche del campo

Si cammina tra i rifiuti, come se fosse una cosa normale. In un equilibrio pericolosamente stabile. Due milioni di euro il costo esorbitante, e per altro solo ipotetico, stimato in passato per la rimozione dei rifiuti. Ora la situazione è sicuramente diversa, peggiorata. «Lì dentro c’è una bomba ecologica - ha spiegato più volte il presidente della Circoscrizione 6, Valerio Lomanto -, ed è necessario che, prima o poi, si studi un progetto a tavolino per il recupero di quell’area». Ci sarà anche da fare i conti con i proprietari dei terreni (più d’uno a quanto si dice). Un altro fattore che rende lungo Stura un campo sempre più inespugnabile.

Resta aggiornato, iscriviti alla nostra newsletter

Logo Federazione Italiana Liberi Editori L'associazione aderisce all'Istituto dell'Autodisciplina Pubblicitaria - IAP vincolando tutti i suoi Associati al rispetto del Codice di Autodisciplina della Comunicazione Commerciale e delle decisioni del Giurì e de Comitato di Controllo.