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Il reportage
19 Agosto 2024 - 08:45
Un cartello, simile a quello che troviamo nei pressi delle aree di cantiere, diffida i curiosi dall’andare oltre una porta di fortuna, costruita con quello che passa il convento. “Vietato l’ingresso ai non autorizzati” cita l’avviso che sa davvero di presa in giro. Sì, perché qui - in lungo Stura Lazio - da tempo non è rimasto più niente di regolare. E attorno all’ex campo nomadi, chiuso nel 2014, è sorto un nuovo mondo. Ci sono appezzamenti di terreno, una volta incolti, trasformati in orti urbani al servizio di occupanti cinesi senza nome. Loro non parlano, fingono di non sapere e se vedono una telecamera o un cellulare che riprende corrono a nascondersi.
Orti abusivi lungo lo Stura
Gli orti cinesi
I primi appezzamenti abusivi si trovano vicino al giardino Franco Milone. Bisogna farsi largo lungo una strada impervia e superare, persino, un piccolo ponte levatoio. C’è un passaggio a livello, lo si alza agevolmente con le mani e procedendo ci si imbatte persino in qualche tugurio chiuso con il lucchetto. Non si può entrare e un avviso, all’altezza dei nostri occhi, ci invita a fare dietrofront in quanto la proprietà risulterebbe privata. Almeno a detta degli occupanti. Tuttavia la vasta collezione di opere (certamente abusive) non finisce certo qui.
Persino dentro il fantasma del vecchio accampamento, e al confine, sono stati recentemente costruiti altri rifugi. Camaleontici, nascosti tra le piante. Le lamiere coprono parzialmente la visuale (a volte la occludono totalmente) e fa davvero rabbrividire pensare che qualcuno venga qui dentro a piantare patate o pomodori. E sono sempre orti, ma qui cambia la nazionalità, quelli che si possono trovare all’altro lato del vecchio campo, altezza viale Puglia per intenderci.
Nuove baracche
Un capitolo a parte lo meritano gli ex terreni gestiti dagli italiani e trasformati in rifugio per chi in Romania, dopo essersi intascato i soldi del progetto “Una città possibile”, non ci è mai andato. Il benvenuto alla nuova baraccopoli, altezza Iveco, viene offerto da un’auto con targa romena. Il resto è un film già visto o quasi. Divani, tavoli e sedie mimetizzati dentro orti abusivi trasformati in mini appartamenti. E c’è persino un ponte levatoio che conduce a uno dei tanti ripari. Il fumo esce da alcune baracche, chi passa lungo la strada in auto, tuttavia, può anche non farci caso.
Un passaggio a livello conduce a uno degli orti abusivi
Ma chi abita tra la Barca e il Regio Parco ha già provveduto a sporgere denuncia. Dieci di questi veicoli sono stati requisiti dalle forze dell’ordine. Sequestrati anche i terreni, autentici fortini dove accedere - fino a pochi giorni fa - era praticamente impossibile. Inoltre Iveco, proprietaria di una parte dell’area, si è mossa lo scorso anno attraverso i canali istituzionali (e giudiziari) per ottenere lo sgombero dell’area. Recentemente, a seguito di alcuni incendi, sono state demolite molte baracche (tanto che in piedi ne restano giusto una dozzina).
L'ingresso di un orto, dentro al campo abusivo
Oggi la Circoscrizione 6 e Iveco, che dal canto suo ha fatto montare anche delle torri-faro, spingono per la realizzazione di un’area di sosta notturna per camion. Potrebbe essere un primo passo verso un superamento che - complice la presenza di diversi proprietari - sembra molto più complicato del previsto.
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