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LA LETTERA

La lettera delle detenute del padiglione femminile delle Vallette: lo sciopero della fame in nome dei diritti

Le donne si rivolgono al presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. "Questo modo di scontare la pena non serve nè a noi 'carnefici', nè alle vittime nè alla società libera".

La lettera delle detenute del padiglione femminile delle Vallette: lo sciopero della fame in nome dei diritti

Letizia mostra la lettera scritta dal blocco femminile

Pubblichiamo qui di seguito il contenuto integrale della lettera scritta dalle detenute al presidente della Repubblica, Sergio Mattarella:

Siamo le “ragazze” detenute nel carcere di Torino. Con questo scritto vorremmo divulgare pubblicamente che il giorno di Ferragosto faremo lo sciopero del carrello rifiutando il cibo dell’amministrazione penitenziaria e che quando terminerà la pausa estiva del parlamento inizieremo lo sciopero della fame a oltranza e a staffetta, pacificamente, affinché venga concessa la liberazione anticipata speciale o qualsiasi misura che riduca il sovraffollamento e riposti respiro a tutta la comunità penitenziaria. Il “decreto carceril a cosa serve? A nulla. Cosa deve succedere ancora? La responsabilità politica è diffusa, non è nata oggi questa emergenza. Il sistema andrebbe riformato da zero perché questo modo di scontare la pena non serve nè a noi “carnefici” nè alle vittime, nè alla società libera. Ma ora più che mai c’è bisogno che qualcosa accada perché la misura è stra-colma. Siamo 14000 in più…C’è poco personale, il reinserimento non esiste nonostante esista la legge smuraglia, tutti i disagi possibili sono “sbattuti dentro”. Chiediamo a tutta l’opposizione di battersi contro la deriva a cui questo governo ci sta portando. Chiediamo a coloro che si sono indignati rispetto alle condizioni di detenzione di Ilaria Salis di fare lo stesso per le condizioni di noi ristretti in Italia. Ci affidiamo al presidente Mattarella affinché “scuota” l’indifferenza dei decisori. Non c’è più tempo.

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