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L'allarme
27 Agosto 2024 - 09:20
Ciò che resta del ghiacciaio Flua
Un quadro drammatico quello dipinto dalla campagna nazionale di Legambiente, in collaborazione con Cipra Italia e con la partnership scientifica del Comitato Glaciologico Italiano. L'iniziativa "Carovana dei ghiacciai 2024" è giunta in Piemonte per la sua terza tappa, sul Monte Rosa, per osservare il ghiacciaio di Flua, o meglio ciò che ne resta.
«Sul versante sud del Monte Rosa, la seconda vetta più alta delle Alpi, il ghiacciaio di Flua è estinto. Non c'è più. Se nella metà dell’800 la sua superficie era di circa 80 ettari, ossia grande quanto 112 campi di calcio, oggi il ghiacciaio di Flua è solo un mare di rocce e detriti», riporta Legambiente. «Qua e là si intravedono piccoli cumuli di neve frutto delle ultime nevicate tardive della primavera 2024. A causa delle alte temperature che caratterizzano la crisi climatica in atto è questo il destino a cui i ghiacciai alpini con quote massime al di sotto dei 3500 metri andranno incontro dal 2050 in avanti». Tra i ghiacciai a rischio estinzione anche quelli sull'Adamello e quello della Marmolada.
A pesare sullo stato di salute dei ghiacciai è la crisi climatica: le alte temperature che la caratterizzano, non solo mettono in sofferenza quelli al di sotto dei 3500 metri, ma anche i ghiacciai posti nelle zone più alte. Con lo zero termico a quote sempre più elevate, viene meno l'accumulo di neve e si registra una perdita di massa glaciale.
Preoccupa anche l’aumento degli eventi meteo estremi in quota: il versante sud del Monte Rosa, come altre cime, è stato colpito il 29-30 giugno 2024 da una violenta precipitazione piovosa, di cui i partecipanti alla Carovana hanno trovato ancora i segni. L’escursione in quota si è caratterizzata anche per il tradizionale saluto al ghiacciaio con la performance “Verso nulla” del musicista Martin Mayes che, suonando il suo corno alpino, ha reso omaggio ai ghiacciai del Monte Rosa.
«Dalla montagna proviene la quasi totalità dell'acqua di cui città e pianure hanno bisogno per vivere e svolgere attività produttive», sottolinea Giuseppe De Matteis, professore emerito universitario del Politecnico di Torino e socio fondatore di Dislivelli. «A questo patrimonio appartengono anche i ghiacciai. Il loro progressivo regresso non deve passare inosservato. Stiamo perdendo una risorsa vitale».
A dominare il Monte Rosa, insieme a detriti e rocce, è un lungo cordone morenico, mentre il vuoto del ghiacciaio inizia ad essere "colonizzato" da piante e insetti. E il ghiacciaio Flua resta solo un lontano ricordo.
Con Carovana dei ghiacciai 2024 Legambiente invita tutti a firmare la petizione on line “Una firma per i ghiacciai” per chiedere al Governo azioni concrete partendo dall’attuazione di 7 interventi indicati nel Manifesto per una governance dei Ghiacciai e salvare il nostro ecosistema. Una petizione che l’associazione ambientalista ha lanciato a settembre.
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