Cerca

Caso Bibbiano

Disinformazione Selvaggia

La Lucarelli condannata per diffamazione: davvero non sapeva del processo?

Selvaggia Lucarelli e Claudio Foti: la battaglia legale che infiamma i social media

Il Tribunale Civile di Torino ha condannato Selvaggia Lucarelli per diffamazione nei confronti dello psicoterapeuta Claudio Foti ma il processo, anche avesse avuto un vero dibattimento, non può certo rivaleggiare con il dibattito sui social media e nei salotti televisivi (scatenato da lei, ovviamente). La giornalista, blogger e opinionista, nota per la sua presenza incisiva online, è stata obbligata a risarcire Foti con sedicimila euro e a rimuovere un post diffamatorio dalla sua pagina. Ma cosa ha portato a questa decisione e soprattutto, come fa la Lucarelli a dire che non sapeva di questo processo?

LA SENTENZA E LE REAZIONI DI SELVAGGIA LUCARELLI

Partiamo da venerdì, il 30 agosto 2024, dalla sentenza del Tribunale Civile di Torino. Selvaggia Lucarelli è stata condannata per diffamazione nei confronti di Claudio Foti, psicoterapeuta coinvolto nel controverso caso degli affidi a Bibbiano. La giornalista ha subito commentato la decisione sui suoi profili social, dichiarando di non essere stata a conoscenza del processo e di non aver avuto modo di difendersi in tribunale. "Nessun collega mi ha contattata per discutere del caso, si sono limitati a riportare le dichiarazioni dell'avvocato di Foti" ha scritto Lucarelli, esprimendo sorpresa e indignazione. E qui, più che altro, si riferirà agli articoli scritti senza intervistarla. Lucarelli ha inoltre sottolineato che la sentenza è di primo grado e quindi non definitiva, preannunciando l'intenzione di richiedere l'annullamento della decisione o di opporsi ad essa. Nel suo post su Instagram, ha criticato aspramente l'avvocato di Foti, accusandolo di incoerenza, "era garantista", e di aver cambiato atteggiamento ora che il suo assistito è parte offesa. "Il mio giudizio su Foti non sarà mai influenzato da alcuna sentenza" ha ribadito Lucarelli, promettendo di continuare a sostenere le sue opinioni.



CLAUDIO FOTI E IL CASO BIBBIANO

Claudio Foti è uno psicoterapeuta noto per il suo coinvolgimento nel caso di Bibbiano, una complessa vicenda giudiziaria che ha scosso l'opinione pubblica italiana. Il caso riguarda presunti abusi nei procedimenti di affidamento di minori, e Foti, all'epoca dei fatti, era uno degli imputati (poi assolto). La sua posizione è sempre stata oggetto di discussione e controversia, e la sua difesa è stata affidata all'avvocato Luca Bauccio. Bauccio ha replicato duramente alle affermazioni di Lucarelli, accusandola di essere una "specialista in processi e condanne mediatiche" e di non voler essere giudicata, nonostante lei stessa giudichi frequentemente gli altri (anche a "Ballando con le stelle") . "Lucarelli è capricciosa e mai sazia di attenzioni," ha scritto Bauccio sui social, consigliando alla giornalista di esercitare "moderazione, autocritica, umiltà" e di essere disponibile a cambiare idea, citando lo scrittore Leonardo Sciascia per sottolineare il suo punto di vista.



NON SAPEVA NULLA (DAL 2019)?

Insomma, se il processo - come capita spesso a quelli in sede civile - era rimasto sottotraccia, l'appello (chiamiamolo così) sui social diventa di primo piano. Ma la domanda vera è: come fa Selvaggia Lucarelli a dire di non aver mai saputo di un procedimento che durava dal 2019? Certo, non è una vicenda penale, ma almeno la comunicazione alle parti non dovrebbe arrivare? Neppure agli avvocati? O loro non hanno avvisato la loro assistita (magari hanno avvisato solo il suo giornale, se è questo che li paga)? Forse sono queste le domande giuste da fare. Magari l'avvocato Bauccio, finita la battaglia social, potrebbe far chiarezza. O ancor meglio il presidente del tribunale. Non via social, per fortuna. In ogni caso, al tempo c'erano gli articoli sui giornali (come prova anche quello da noi pubblicato a gennaio). A volerli leggere.

Resta aggiornato, iscriviti alla nostra newsletter

Logo Federazione Italiana Liberi Editori L'associazione aderisce all'Istituto dell'Autodisciplina Pubblicitaria - IAP vincolando tutti i suoi Associati al rispetto del Codice di Autodisciplina della Comunicazione Commerciale e delle decisioni del Giurì e de Comitato di Controllo.