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La gara

Immigrazione, un business da 8 milioni e mezzo per gestire il Cpr di Torino

Tre società hanno risposto al bando della Prefettura. Obiettivo, riaprire il Centro fra due mesi

Immigrazione, un business da 8 milioni e mezzo per gestire il Cpr di Torino

Tre imprese in gara per accaparrarsi un affare da 8 milioni e mezzo di euro: fa gola il bando per la gestione del cosiddetto “Cpr”, il Centro di permanenza per il rimpatrio di compreso tra via Mazzarello, corso Brunelleschi e via Monginevro.

Lì dove, dal 1° novembre, dovrebbero entrare 70 stranieri irregolari che hanno commesso reati e aspettano di essere espulsi. Sempre che i lavori finiscano in tempo, così come le procedure di gara: ieri pomeriggio i tecnici della Prefettura hanno aperto le buste, ora la palla andrà alla commissione di gara che valuterà ribassi e curricula delle tre imprese che si sono fatte avanti.

Da anni si discuteva del destino del Centro di permanenza per il rimpatrio, nato con una capienza di 210 posti e sempre più “ristretto” a ogni rivolta. Quando è stato chiuso dopo l’ennesimo incendio, a febbraio 2023, poteva ospitare un massimo di 90 persone. I lavori di ristrutturazione sono partiti esattamente un anno dopo e adesso sono quasi conclusi per quanto riguarda le aree Rossa e Blu del Centro, su cui la Prefettura ha deciso di lanciare una procedura di gara per trovare un gestore.

Al bando, scaduto ieri, potevano partecipare solo società che hanno già gestito Cpr e hanno un fatturato annuo di almeno 3 milioni.

Nella speranza di un ribasso d’asta, i costi sono stabiliti dal Ministero dell’Interno, che è anche l’ente che pagherà materialmente il gestore del Cpr: 64,50 euro al giorno per ogni “ospite” del centro, che saliranno a 66,24 dal 1° gennaio e 67,08 dal 1° ottobre 2025 (con l’ultima gara la somma era poco più della metà, 37,97 euro); 173 euro di kit di primo ingresso per ogni migrante, a cui si aggiunge un eventuale cambio stagionale; 2,50 pro capite al giorno del cosiddetto Pocket Money, gli unici soldi che materialmente vanno allo straniero; 5 euro di tessera telefonica una tantum all’ingresso; 500 euro per farmaci e prestazioni non coperti dal Sistema sanitario nazionale.

Alla fine lo stanziamento complessivo è di 8.517.432 euro, che suddiviso porta la cifra a 8mila euro al giorno. Ma l’importo tiene conto di una serie di possibilità: il bando vale due anni ma è possibile un anno di proroga, fino al 31 ottobre 2027. Non solo, è possibile “un aumento o una diminuzione dei posti attivati e delle connesse prestazioni contrattuali, nel limite massimo del 100% dell’importo iniziale dell’affidamento”. E anche servizi e forniture possono salire di pari passo: in sostanza, la Prefettura non esclude di salire a 140 posti ma anche di chiudere di nuovo il Cpr prima della fine del contratto. Due opzioni altrettanto probabili, visto che sono in corso i lavori anche nelle altre aree della struttura. E che c’è il rischio di nuove rivolte, proteste devastazioni come in passato.

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