Cerca

LA POLITICA

Campo largo, quell'accordo impossibile per il Piemonte

E’ passato un anno dai primi tentativi di avvicinamento tra Pd e M5s. «No alle accozzaglie »

Gianna Pentenero e Elly Schlein

Gianna Pentenero e Elly Schlein

Si è fatto un gran parlare nell’ultimo mese e mezzo dell’ipotesi di creare un nuovo “campo largo” (espressione giornalistica che pure, fino qui, non ha portato grande fortuna ai suoi sostenitori). Nonostante gli ammiccamenti tra i partiti che vorrebbero rappresentare un fronte unitario da contrapporre alla coalizione di centrodestra che oggi sostiene Giorgia Meloni, la strada da fare appare ancora lunga e disseminata di ostacoli. «I tempi non sono maturi» lasciano intendere i ben informati. In ogni caso, la saga agostana del campo largo ha appassionato sia Roma, che la Liguria, dove l’affare pare ormai chiuso nel nome di Andrea Orlando.

Per approfondire leggi anche: 

Anche in Piemonte si è discusso ampiamente della possibilità di creare una coalizione larga, che andasse da Alleanza Verdi Sinistra fino a Italia Viva, passando per Pd e M5s. L’obiettivo era chiaro: spodestare Alberto Cirio dalla sua poltrona di governatore alle Regionali. Tuttavia, dopo mesi di tribolamenti e recriminazioni l’accordo è andato in fumo. Lo ricorda bene il segretario regionale del Partito democratico Domenico Rossi che, giusto un anno fa, apriva la porta ai Cinque Stelle per sedersi al tavolo e discutere di un programma comune. «Lo rifarei» commenta oggi Rossi. «È nostra responsabilità trovare dei punti di incontro» aggiunge. «Se fossimo partiti prima a fare un certo tipo di ragionamenti, le cose sarebbero andate in modo diverso» rimarca l’avversaria di Cirio per il centrosinistra, Gianna Pentenero. Non ha cambiato idea invece l’ex candidata dei Cinque Stelle alle elezioni Sarah Disabato. «Dove è possibile e ci sono le condizioni si fanno le alleanze, altrimenti no» commenta. «Ad andare insieme per forza senza una condivisione di programma si rischia solo di far perdere consenso all’intero progetto - aggiunge -. I cittadini premiano idee coerenti, non le accozzaglie».

In ogni caso, parlare di accordi tra Pd e M5s a Torino e da anni un tabù. Non serve ricordare la guerra tra grillini e dem sul dossier olimpico o, in tempi più recenti, in merito al progetto di costruire un nuovo ospedale al parco della Pellerina. Tuttavia un primo segnale di disgelo potrebbe venire da piazza d’Armi, dove l’ex sindaca di Torino Chiara Appendino parteciperà a uno degli incontri in programma alla Festa dell’Unità. Su quello stesso palco ci sarà anche l’onorevole Silvia Fregolent di Italia Viva, che si dice «favorevole alla creazione di una coalizione che cerchi di battere le destre, che si sono dimostrate incapaci di dare risposte agli italiani».

Un campo largo che, nell’immaginario, sarebbe a guida Pd. «Ha tutte le caratteristiche per fare da federatore - spiega Fregolent -. È abituato a fare sintesi perché ha al suo interno tante anime» prosegue e, a chi le dice che Renzi può essere divisivo con la sua sola presenza al tavolo delle trattative, risponde: «Mi dica quale leader non è divisivo? Lui a differenza di altri si è anche detto disponibile a fare un passo indietro». Prima di fare un passo avanti ci pensa bene Azione. «Prima ci confrontiamo sui programmi e poi sulla coalizione e a sugli eventuali candidati» taglia corto l’onorevole Osvaldo Napoli. «Il campo largo è ancora tutto da costruire - spiega Napoli -. Ci sono veti e contro veti che ci pongono di fronte a barriere non banali da superare. Sia sotto l’aspetto politico che personale».

L’alternativa unitaria potrà sopravvivere a condizione che ci sia «un programma chiaro» conclude Napoli. «Se ci si allea solo sulla base dei numeri non sopravvive alla prova del governo». Da piemontese il rammarico di un campo largo mancato è cocente anche per il vice presidente di Avs alla Camera Marco Grimaldi. «Un anno fa ho messo Chiara Appendino e Chiara Gribaudo, insieme su un palco a parlare di un campo “giusto”. Avremmo potuto siglare un patto già per le regionali».

Resta aggiornato, iscriviti alla nostra newsletter

Logo Federazione Italiana Liberi Editori L'associazione aderisce all'Istituto dell'Autodisciplina Pubblicitaria - IAP vincolando tutti i suoi Associati al rispetto del Codice di Autodisciplina della Comunicazione Commerciale e delle decisioni del Giurì e de Comitato di Controllo.