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IL FATTO
05 Settembre 2024 - 07:11
Le scale a Porta Nuova sono immobili. Risultano fuori uso entrambe le rampe che portano dal sottosuolo a piazza Carlo Felice. Sempre alla fermata della stazione anche l’ascensore appare fermo, con un nastro rosso e bianco appiccicato con un grosso pezzo di scotch trasparente a delimitarne l’ingresso. Fortunatamente ce ne sono altri due in funzione, ma non bastano durante l’ora di punta. Stesse scene in corso Racconigi, dove l’ascensore per scendere ai binari è ancora fuori uso da prima dello stop del mese di agosto. Anche a Massaua, le scale mobili sono ferme da due anni. La fermata Diciotto dicembre è ormai riconoscibile dal suo cantiere all’ingresso.
«Siamo talmente abituati a quella barriera che sta di fronte alle scale mobili che se dovessero toglierla un giorno, sicuramente qualcuno potrebbe avere problemi a orientarsi» commenta una signora, passando di fronte ai lavori. E poi ancora Marche, Bengasi, Paradiso e Fermi: tutte ancora con qualche problema, di cui alcuni strutturali a proposito sempre di scale mobili ma che non competono a Gtt ma InfraTo. Un caso, quello della metropolitana di Torino, finito anche sulle televisioni nazionali: l’imbarazzante vicenda è andata in onda il giorno dopo la riapertura, martedì. Tra gli intervistati c’è anche una signora anziana che fa evidente fatica a salire le scale per tornare in superficie «Ma non è la prima volta che devo farla a piedi» confessa. «Questa metro è veramente un disastro» aggiunge un’altra signora mentre la metro si ferma e un altoparlante recita due parole di circostanza e qualcuno del Gtt si scusa «per il disagio del disservizio causato da un guasto
tecnico. Il resto è ormai raccontato da una fotografia che si ripete: decine di persone si ammassano in banchina, preoccupati non solo per il ritardo ma anche per il carnaio che troveranno quando riusciranno a salire sui treni. Spesso i convogli sono talmente frequentati che c’è da fare particolare attenzione ai furti. Ma non solo: «Gli orari della metro restano imbarazzanti; la navetta di superficie non risolve il problema e le donne si sentono insicure - spiega Federica Fulco, leader del Movimento Torino in movimento, infatti a esclusione del venerdì e del sabato la metro “lavora” fino alle 22: dopo, ci sono i mezzi sostitutivi. E sarà così ancora per molto, fino alla fine del 2025». E intanto lo scontento tra i torinesi aumenta, con un biglietto da una corsa che è aumentato nelle scorse settimane a due euro.
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