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Lavorare all'estero è ancora una scelta? Ecco il Paese preferito dagli italiani

Una sorprendente ricerca del Boston Consulting Group e le testimonianze degli expat su Linkedin

Lavorare all'estero è ancora una scelta? Ecco il Paese preferito dagli italiani

Siamo stati un popolo di migranti e siamo un Paese di cervelli in fuga. Due affermazioni che, spesso, vengono confuse con luoghi comuni per l'Italia. Ma se la prima è comprovata dalla storia e la seconda rimane di stretta attualità, osservando le difficoltà degli studenti e dei ricercatori in Italia, c'è una terza via che diventa una domanda interessante: gli italiani sono ancora disposti, o pronti, ad andare a lavorare all'estero? E qual è il Paese dove andrebbero volentieri?

Per quanto possa sembrare strano, la mobilità europea non appartiene ancora agli italiani: se un tempo espatriare era un desiderio legato a opportunità di carriera e guadagno - per chi, come chi scrive, era giovane negli anni '80 c'era il sogno di diventare pilota o steward per una grande compagnia aerea - adesso soltanto un italiano su sette si trasferirebbe per lavoro all'estero, anche a fronte di retribuzioni migliori.

Lo dice un rapporto del Boston Consulting Group riportato da Linkedin Notizie. E il Paese che attira di più gli italiani è la Spagna, seguito da Germania e Svizzera. Lo prova una elaborazione del LinkedIn's Economic Graph che ha analizzato le informazioni dei profili degli utenti della piattaforma da luglio 2023 a luglio 2024 e i rispettivi cambi di Paese per motivi professionali. Nella Top 5 anche Francia e Regno Unito, seguiti poi da Olanda, Belgio, Irlanda, Austria e Portogallo.

La Vecchia Europa, dunque, rimane la scelta più gettonata, nonostante le sirene dal lontano Oriente o dagli Emirati Arabi Uniti che, in effetti, si rivolgono a specializzazioni particolari soprattutto in ambito medico, infermieristico o delle biotecnologie. Ma dall'Europa chi è che sceglie maggiormente l'Italia? I britannici, mentre gli spagnoli sono al secondo posto e i francesi al terzo, seguiti da tedeschi e svizzeri.

Su Linkedin, a commento di questa notizia, sono apparsi diversi commenti di utenti del social network dei professionisti: c'è chi la prende con (amara) ironia dicendo che "L’Italia non si batte per qualità del cibo... ma se solo la pizza potesse pagare le bollette!" e chi invece racconta la propria esperienza.

Antonella, per esempio, formatrice e "pellegrina della comunicazione", dice: "Attualmente sto lavorando per il supporto degli italiani espatriati a Malaga e mi sto rendendo conto che effettivamente in questo paese il numero di Italiani (anche molto qualificati) che si sposta qui anche per conciliare la qualità della vita e per l'equilibrio vita/lavoro, è veramente alto. Malaga nello specifico sta generando diverse opportunità per professionisti del settore Tech e recentemente Google ha aperto la sua filiale dedicata alla cybersecurity. Ascoltando le testimonianze degli expat i motivi della loro fuga non è solo lavorativa ma anche molto legata al non riconoscere più il nostro paese come luogo dove poter avere un futuro di qualità".

Enrico si definisce  "uno dei 100.000 che nel 2022 hanno lasciato il Paese per andare all'estero, dopo 10 anni di carriera in Italia. Mi piacerebbe tanto (e come me sicuramente molti altri) pensare a dei buoni motivi per tornare a vivere e lavorare in Italia, ma purtroppo non ne trovo".

E voi cosa ne pensate? Avete lavorato o vorreste lavorare all'estero? Ditecelo, rispondendo nei commenti qui sotto, o scrivendo ai nostri canali social. 

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