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IL CASO
22 Settembre 2024 - 19:30
Terapia con onde d’urto. Nella foto Fabio Wolf
Imprevedibile, cronica e progressivamente invalidante. La sclerosi Multipla (Sm) è una delle cause più frequenti di disabilità tra i giovani e può influenzare la funzione delle aree cognitive, emotive, motorie, sensoriali e visive. Solo in Piemonte ne soffrono 10mila persone (130mila in Italia).
Nasce così a Torino il primo osservatorio su due percorsi terapeutici integrativi, le onde d’urto radiali e l’attività fisica adattata (Afa), pensati per migliorare la qualità di vita delle persone con Sclerosi. Due studi pilota, realizzati da Città della Salute e Università di Torino che saranno presentati oggi, lunedì 23 settembre, nell’Aula Magna Dogliotti dell’Ospedale Molinette di Torino.
Onde d’urto radiali e l’Attività fisica adattata
Lo studio sull’Afa ha evidenziato miglioramenti significativi di alcuni parametri della deambulazione, della forza degli arti inferiori e della capacità aerobica dei pazienti, con effetti positivi anche sul benessere psico-fisico. Anche le onde d’urto radiali (Odu) si sono dimostrate efficaci nella riduzione dell’ipertono (ovvero contrazione continua, parziale e involontaria dei muscoli, anche a riposo). I due percorsi si confermano un utile strumento che va ad aggiungersi alle terapie già approvate, in grado di apportare innumerevoli benefici sulla salute e sulla funzionalità fisica delle persone con Sclerosi multipla.
L’efficacia dei due percorsi porta, da un lato, a valutare nuovi iter di integrazione tra l’impiego di onde d’urto radiali e l’Afa; dall’altra, alla possibilità che entrambe le terapie possano essere prescritte nei Livelli essenziali di assistenza (Lea), ossia le prestazioni e i servizi che il Servizio sanitario nazionale è tenuto a fornire a tutti i cittadini, gratuitamente o dietro pagamento di una quota di partecipazione (ticket).
Ciclone Fabio Wolf
I due studi, su un campione complessivo di circa 70 pazienti, sono frutto dell’impegno di Fabio Guglierminotti, in arte Fabio Wolf, ex atleta, colpito da sclerosi multipla, fondatore, animatore e presidente dell’associazione 160Cm che due anni fa, attraverso una raccolta fondi, ha donato il macchinario a onde d’urto radiali Mp100 alle Molinette, dando parallelamente vita allo studio sulla loro efficacia, condotto dalla Città della Salute e della Scienza di Torino in collaborazione con l’Università di Torino. «La sigla Sm che sta per Sclerosi Multipla la vivo e la propongo come “Sempre in Movimento”, per non fermarsi davanti alla malattia - racconta Wolf -. Sclerosi infatti non significa necessariamente sedia a rotelle. Anzi, lo sport può fare molto: dal 2014 ho percorso più di 100mila chilometri in bicicletta, con 160CM voglio diffondere questa consapevolezza. Così come voglio testimoniare l’importanza di affiancare al metodo farmacologico un sistema terapeutico integrato, che comprenda servizi di supporto psico-fisico oltre a iniziative di aggregazione e inclusione sociale che facciano sentire il malato meno solo».
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