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Economia & Finanza

Le azioni migliori di una banca? Quelle "che fanno stare bene i clienti"

La storia di Intesa Sanpaolo (che attende utili per 2 miliardi di euro) nel libro di Francesco Antonioli

Le azioni migliori di una banca? Quelle "che fanno stare bene i clienti"

L'Italia si è rivelata più resiliente rispetto agli altri Paesi europei, anche dinanzi a perturbazioni provenienti dall'esterno. Così si è espresso il presidente di Intesa Sanpaolo, Gian Maria Gros-Pietro, a proposito della conferma della previsione di crescita del Pil dell'1% avanzata dal ministro Giancarlo Giorgetti. "Abbiamo affrontato la pandemia, la guerra, la disgregazione delle catene di approvvigionamento e delle rotte marittime. Questo," ha continuato, "ha obbligato i grandi Paesi industrializzati a ripensare le proprie strategie di rifornimento". L'Italia ha tratto vantaggio dalla diffusione delle sue imprese su vari mercati globali, con una minore concentrazione settoriale, dimostrando una rapidità di reazione che ha permesso al sistema manifatturiero di collocarsi tra i maggiori esportatori al mondo, un risultato senza precedenti nella nostra storia.

"Abbiamo capacità su cui possiamo contare," ha sottolineato Gros-Pietro, "e il sistema bancario così come l'intero settore finanziario devono essere pronti a sostenere tali capacità non solo nel manifatturiero, ma anche nei servizi, affrontando le cosiddette transizioni: digitale, climatica, geografica e sociale. È necessaria una grande capacità di elaborazione e di supporto ai clienti; noi investiamo in questa direzione," ha concluso il presidente.

Gros-Pietro ha espresso queste considerazioni durante la presentazione del libro "La banca dei valori" di Francesco Antonioli (Olschki Editore), presso l'auditorium del Grattacielo Intesa, un libro fortemente voluto da Intesa Sanpaolo e dalla Fondazione Compagnia di San Paolo che ricostruisce la nascita e lo sviluppo dell’Istituto Bancario San Paolo di Torino, poi Sanpaolo IMI, a partire dai quattrocenteschi Monti di pietà, focalizzando l’attenzione sul Monte di Torino dove nel 1563 venne fondata la Compagnia di San Paolo. Con il prosperare dell’attività l’Istituto divenne un riferimento internazionale del credito fino al connubio del 2007 tra Sanpaolo IMI e Banca Intesa che ha dato vita a uno dei principali gruppi europei. Alla base di questa crescita il legame, mai interrotto, tra credito e filantropia che ancora oggi costituiscono due anime vivide del Gruppo.

Un tema che ha fornito a Gros-Pietro il modo per commentare l'idea di un "contributo" che potrebbe sostituire l'ipotizzata tassa sugli extraprofitti delle banche. "L'idea," ha affermato, "è che chi ne ha la possibilità dovrebbe dare un contributo e devo dire che le banche sono abituate a questo: paghiamo le aliquote più elevate rispetto a tutti gli altri, sospendiamo le rate dei mutui in caso di calamità, essendo l'unico servizio a farlo. Gli altri continuano a incassare, e quando una banca fallisce le altre intervengono per pagarne i debiti".

"In nessun altro settore accade," ha sottolineato Gros-Pietro, "il sistema bancario è avvezzo a prendersi carico delle necessità della collettività. Ritengo che se i clienti non stanno bene, nemmeno la banca possa star bene," ha osservato il presidente di Intesa Sanpaolo. Concetto ribadito dal seo Carlo Messina, in collegamento da Milano, in vista anche di una trimestrale da record che potrebbe vedere il gruppo bancario passare i due miliardi di euro di profitti: "La responsabilità sociale di Intesa Sanpaolo nel sostenere chi ha bisogno passa dalla capacità di realizzare utili sostenibili. Senza profitti e dividendi, le nostre associazioni sul territorio non potrebbero dare il sostegno che danno":

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