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La crisi dell'automotive
04 Ottobre 2024 - 13:50
									«Gli ordini sono in calo per l’attuale sofferenza del mercato europeo». Torna la cassa integrazione allo storico stabilimento della Pininfarina di Cambiano, in via Nazionale. E, dall’azienda punto di riferimento del design internazionale e del settore automotive, da qualche anno acquisita dal gruppo indiano Mahindra, spiegano così la scelta di attivare l’ammortizzatore sociale per una sessantina di lavoratori, dai giorni scorsi e fino al 21 dicembre. Pensare che, poche settimane fa, l’amministratore delegato Silvio Angori aveva annunciato un nuovo accordo commerciale da 90 milioni di euro. Per farlo, sceglieva toni misteriosi, senza svelare i dettagli dell’operazione e il nuovo partner. Ovvero, secondo le successive indiscrezioni, la Mercedes Amg, per cui sviluppare e produrre in serie limitata una nuova auto sportiva di lusso.
La crisi
«La ragione della cassa integrazione non ha nulla a che vedere con il nuovo accordo commerciale – proseguono dall’azienda – Ci sono scenari di incertezza sui futuri sviluppi del mercato automobilistico. Si riflettono sui programmi che, pertanto, ritardano nelle partenze». A soffrire di più, in questo periodo, sarebbero i reparti di stile e modellazione. Oggi lavorano in via Nazionale circa 260 dipendenti. Era dal 2021 che non veniva richiesta la cassa integrazione.
I timori dei lavoratori
I lavoratori coinvolti hanno già espresso i loro timori in un’assemblea. «Siamo in totale disaccordo con la linea aziendale – critica Marco Bosio, funzionario della Fiom – Alla Pininfarina non ci risultano problemi di liquidità. Se c’è stato un calo di commesse, si potevano trovare soluzioni alternative». Per esempio? «Approfittarne per nuova formazione per il personale, in vista dei lavori futuri. Il nuovo accordo commerciale da 90 milioni richiederà competenze che molti, in azienda, potrebbero non avere. Non era meglio crearle internamente, al posto di attivare gli ammortizzatori sociali? Tanto più in una ditta come la Pininfarina che fa formazione in tutto il mondo». La Rappresentanza Sindacale Unitaria, per il momento, non ha firmato la richiesta di cassa integrazione. «Confidiamo ancora che, anche grazie al nostro intervento, l’azienda riveda la sua scelta, almeno nell’immediato. E’ vero che ci sono dei cali di ordine che riguardano soprattutto il reparto stile. Ma non ci risultano crolli generali delle commesse. Dunque, la situazione è complessa, ma non disastrosa, e può essere gestita senza danneggiare i lavoratori».
Un incontro per chiarire
Lunedì, in mattinata, è previsto un incontro all’Amma di Torino tra i dirigenti e i sindacati. Questi ultimi chiederanno chiarimenti e attendono riscontri e spiegazioni. A volgere indietro lo sguardo, già nei mesi scorsi c’erano stati alcuni cattivi presagi sulla situazione della Pininfarina. A gennaio, per esempio, sarebbe stata sospesa un’importante commessa. Per questo, nei mesi successivi, era stato chiesto ad alcuni addetti di smaltire le ferie arretrate. Un sacrificio che, a quanto pare, almeno per ora, è stato vano.
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