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L'INTERVISTA DELLA SETTIMANA

Arianna Craviotto, doppiatrice che "fa le voci" sui social: «L'intelligenza artificiale fa paura»

I suoi video hanno fatto il giro del mondo, con centinaia di milioni di visualizzazioni. Dietro c'è lavoro, talento e...

Arianna Craviotto, doppiatrice e influencer che "fa le voci": «L'intelligenza artificiale fa paura»

I due volti di Arianna Craviotto, sorridente sui social e concentrata in sala di doppiaggio

Un giorno è una principessa Disney, il giorno dopo è Hermione di Harry Potter e quello dopo ancora presta la sua voce al personaggio di uno dei cartoni animati più amati del momento. Arianna Craviotto è una e centomila, doppiatrice di origine ligure che ha studiato e vive a Torino. E da qui ha spiccato il salto nel mondo del doppiaggio e dei social, dove a 30 anni è diventata una star con quasi 2 milioni di followers fra Instagram e TikTok. Merito anche di un video sui Minions visto da 108 milioni di persone in tutto il mondo.

Nata il 9 settembre 1993 a Genova,  Arianna Craviotto è cresciuta a Varazze con la famiglia. Ha studiato al liceo artistico a Savona e poi si è trasferita a Torino per la scuola di doppiaggio e la scuola di animazione 2D.  Poi si è trasferita a Milano per "farsi le ossa" mentre ora vive a Torino con il fidanzato, Simone. Ma fa sempre più spesso su e giù da Roma, capitale italiana del cinema, per doppiare videogiochi, audiolibri e cartoni animati come Cattivissimo Me 4: «Ma ho tanti altri progetti in cantiere di cui non posso ancora parlare». Intanto, nel 2020, ha iniziato a caricare video su Instagram e TikTok: il periodo del Covid l'ha fatta esplodere sui social, ora diventata un secondo lavoro. L’anno scorso ha anche pubblicato un romanzo fantasy, intitolato “Il segreto della bussola magica”.

Com'è nata questa doppia professione?

«Da piccolina imparavo a memoria i cartoni animati: non mi ricordo cosa ho mangiato a pranzo ma quelle battute sono ancora ben impresse (ride). Sognavo di recitare, le mie grandi passioni erano i film e il disegno. Però ero e sono molto timida, quindi il doppiaggio è stata la svolta per realizzare mio sogno ed essere ciò che voglio senza ritrovarmi davanti a un pubblico. Ed è così anche sui social».

Così si è trasferita Torino.

«In realtà ero già a Torino per la scuola di animazione 2D, poi ho scoperto la scuola di doppiaggio e ho studiato quello per tre anni. Poi devo ammettere di aver ricevuto tante porte chiuse in faccia. E dopo è arrivato il Covid, che mi ha fatto rallentare ma almeno mi ha aiutato a usare i social come "palestra". E grazie ai video su Instagram e TikTok i direttori del doppiaggio hanno iniziato a vedermi, ad apprezzare quello che faccio e voler fare i video con me: non è scontato».

E ora sui social stanno arrivando grandi risultati, soprattutto grazie ai video in cui "fa le voci" e le imitazioni.

«Mi fermano per strada per chiedermele, mi fa piacere perché è il lavoro che faccio e perché sono riuscita a mettere insieme le mie due attività. Mi fa sorridere perché questa crescita è iniziata per caso a dicembre: è diventato virale questo video senza tagli in cui Simone, il mio fidanzato, mi chiedeva di fare un personaggio e io cambiavo voce di continuo. Ha fatto milioni di visualizzazioni e su Instagram sono passata da 50mila a 800mila a followers. Forse sono piaciuta perché ho proposto qualcosa di nuovo e originale. Poi ho iniziato a girare video con grandi doppiatori, come Stefania De Peppe e Francesco De Marco. Con lei ho fatto il video dei Minions, visto da 108 milioni di persone: è assurdo quanto sia diventato virale grazie al fatto che non parliamo una vera lingua e quindi è più facile che venga visto in tutto il mondo».

Questo successo le ha poi permesso di essere ingaggiata più spesso come doppiatrice.

«Sì, diciamo che sono entrata nel mondo del doppiaggio dalla porta sul retro. I social mi hanno aiutato tanto a farmi conoscere e a superare certi freni dettati dalla mia timidezza. Mi sono sbloccata». 

Dietro, però, c'è un grande impegno.

Certamente, io ho sempre studiato e mi sono impegnata tanto. Adesso stanno arrivando i risultati: sono contenta, anche perché ora mi sento più pronta di qualche anno fa.

Come ci si prepara per diventare doppiatori?

Bisogna studiare recitazione e dizione. In pratica si impara a fare gli attori, a togliere inflessioni dialettali e a pronunciare correttamente gli accenti. Poi bisogna andare a sincrono con l’attore, è un lavoro molto tecnico che si prepara in pochissimo tempo: tu arrivi allo studio, il direttore ti presenta il personaggio, guardi la scena una volta e la seconda devi già doppiare.

Cosa aiuta a immedesimarsi?

Io faccio tutto quello che fa il mio personaggio, alzando il braccio o sdraiandomi sul fianco come lui. Mi muovo allo stesso modo, come ho imparato vedendolo fare da altri doppiatori. E mi è rimasto impresso.

Personaggi e ruoli preferiti?

Per la mia tonalità di voce, riesco meglio a interpretare adolescenti e bambini. Mi riescono bene anche personaggi di cartoni animati e videogiochi, sono orgogliosa del mio ruolo in “Cattivissimo me 4” e in "League of Legends". Invece non mi piace tanto fare gli audiolibri perché all’inizio ne ho fatti tanti per "campare" ed è faticoso leggere fino a 6 ore senza fermarsi mai.

Aiuta il fatto che in Italia ci sia una grande scuola di doppiaggio? Anche se ora sembra "minacciata" dall'intelligenza artificiale e dalla possibilità di vedere i film in lingua originale.

Con le piattaforme c’è la possibilità di scegliere ed è una grande fortuna. Però in Italia siamo molto bravi e a me piace godermi il prodotto doppiato senza dover seguire anche i sottotitoli. Certamente l’intelligenza artificiale fa paura, come in tanti settori. Nel nostro ambito speriamo che non ci tolga nulla ma aiuti il lavoro e lo acceleri senza rinunciare al valore artistico.

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