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SANITA'
11 Ottobre 2024 - 18:56
Finalmente anche in Piemonte - e in tutta Italia - arriva la profilassi per la bronchiolite pediatrica, una svolta attesa che potrebbe salvare la vita di migliaia di neonati e bambini piccoli. Questa infezione respiratoria acuta, la brinchiolite appunto, colpisce principalmente i piccoli al di sotto dei due anni e, sebbene spesso inizi come un comune raffreddore, può trasformarsi rapidamente in una condizione grave. Il virus responsabile? Principalmente il virus respiratorio sinciziale (VRS), ma anche altri agenti come i rhinovirus o quelli influenzali possono essere coinvolti.
I sintomi iniziali sono familiari e ricordano quelli di una normale influenza: naso chiuso, febbre bassa, tosse. Ma, in pochi giorni, il quadro clinico cambia, portando con sé difficoltà respiratorie, respiro affannoso e sibilante, inappetenza e irritabilità. Nei casi più gravi, soprattutto nei neonati prematuri o con patologie respiratorie pregresse, il ricovero ospedaliero diventa inevitabile, e con esso il rischio di complicazioni aumenta.
Ma c'è una buona notizia: l'anticorpo monoclonale Nirsevimab, che ha dimostrato un incredibile successo del 99,9% nelle sperimentazioni in Spagna e Valle d'Aosta, è pronto per essere distribuito in tutta Italia.
“Non chiamatelo vaccino”, precisa Stefania La Grutta, presidente della Società Italiana Malattie Respiratorie Infantili, “ma si tratta di un cambiamento epocale”. La profilassi verrà somministrata ai neonati prima della dimissione dall'ospedale, direttamente nei punti nascita, e sarà disponibile per tutte le famiglie tramite il pediatra. Un'iniziativa che punta a proteggere i più vulnerabili e a ridurre l'impatto economico della bronchiolite sul sistema sanitario: "Un ricovero per bronchiolite costa 5000 euro", ricorda La Grutta.
I numeri che giustificano questa svolta sono impressionanti: ogni anno, a livello globale, 26.300 decessi ospedalieri e 101.400 totali vengono attribuiti al Vrs, colpendo bambini tra 0 e 60 mesi. Dati che non possono lasciare indifferenti.
E mentre si parla di prevenzione, il convegno “Il respiro: scienza e terapia per la salute del bambino”, in corso al Lingotto di Torino, accende i riflettori su un altro aspetto innovativo: l'intelligenza artificiale (AI) nella medicina pediatrica.
Un recente studio ha dimostrato come l'AI possa identificare precocemente i bambini predisposti all'asma grazie all'analisi dei profili genetici, compresi recettori di ormoni come la relaxina. Questa tecnologia, che permette di prevedere ricoveri futuri e supportare la diagnostica, potrebbe presto rivoluzionare anche la gestione di patologie respiratorie croniche, riducendo il carico di lavoro per reparti come la radiologia.
Il futuro della salute respiratoria dei bambini è qui: un mix di prevenzione, tecnologia e ricerca scientifica che promette di cambiare le regole del gioco.
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