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IL CASO

Disturbi alimentari, ricoveri quasi raddoppiati al Regina Margherita e fondi insufficienti

Il caso arriva il consiglio regionale. In arrivo due nuovi sportelli di ascolto psicologico

Disturbi alimentari

Disturbi alimentari

Guardarsi allo specchio e non piacersi, non riconoscersi. Arrivare a odiarsi. Sono sempre di più i giovani (e con patologie sempre più gravi) che soffrono di disturbi alimentari. A confermare una tendenza in crescita sono i professionisti del settore che, quotidianamente, prendono in cura le fragilità dei ragazzi. Pur con risorse incerte di anno in anno.

Ricoveri in aumento
I ricoveri al Regina Margherita di Torino sono aumentati del 90% negli ultimi due anni, fa sapere il professore Giovanni Abbate Daga, direttore del Centro Regionale per disturbi dell’alimentazione della Aou Città della Salute di Torino. «Riscontriamo una sempre maggiore insoddisfazione corporea da parte dei giovanissimi, che sfocia poi in diete molto rigide, che spesso coincidono quasi con il digiuno e in attività fisica volta al dimagrimento» spiega l’esperto. Anche tra i più grandi (fascia 18-25 anni) sono aumentate le prese in carico del Centro delle Molinette. «In questo caso parliamo di un aumento di circa il 30%». Sebbene sarebbe scientificamente scorretto ricondurre a una causa univoca l’inasprirsi di disturbi tanto complessi; tuttavia, è possibile osservare come l’inizio del trend di crescita sia coinciso con il passaggio da internet alle applicazioni, intorno al 2010, osservano gli esperti. «I ricoveri possono essere anche molto lunghi» segnala ancora il professor Abbate Daga. «Serve assistenza ai pasti, supporto psicologico costante».



L’allarme delle associazioni: "Servono fondi strutturali"
All’aumento dei casi di malessere poi sembra non corrispondere un intervento legislativo atto a sostenere, in modo continuativo, i professionisti del settore. Dopo una prima tranche di finanziamento nazionale relativo al biennio 2022-2024, ora i fondi statali, erogati dalla Regione, appaiono di nuovo incerti e legati all’annualità. «E’ necessario che i fondi che finanziano le attività di sostegno a ragazzi e famiglie diventino strutturali» denuncia la dottoressa Cristiana Ivaldi, presidente dell’associazione “Specchio ritrovato”. «Basta finanziamenti una tantum. Servono voci di bilancio strutturali sui disturbi alimentari».
L’associazione ha un filo diretto con le famiglie e riscontra un aumento dei casi tra ragazzi sempre più giovani. «Ogni settimana c’è una richiesta di aiuto e supporto da parte di famiglie» racconta la presidente e fa sapere che, a partire dal mese di novembre, verranno aperti, in via Dego 6, due sportelli di aiuto psicologico completamente gratuiti, uno per le famiglie e uno per ragazze e ragazzi. «Entrambi verranno gestiti da psicologhe specializzate» assicura ancora Ivaldi.

La legge regionale
Il tema tornerà presto anche in consiglio regionale. Nel luglio 2022 era stata approvata all’unanimità la legge 10 con cui la Regione si è dotata di proprie “Disposizioni per la prevenzione e la cura dei disturbi della nutrizione e dell’alimentazione (Dna) e per il sostegno ai pazienti e alle loro famiglie”. Un impegno giudicato virtuoso dai professionisti del settore, ma che ora appare inattuato.

La norma trovava infatti copertura finanziaria nella quota del fondo nazionale destinata al Piemonte, ma la cancellazione del fondo (25 milioni di euro stanziato per il biennio 2023-24) ha di fatto bloccato la legge. Nell’ultimo bilancio son stati stanziati ulteriori 150mila euro, ma lo stanziamento pare non essere sufficiente per sopperire alla mancanza dei finanziamenti strutturali.

In alternativa al mancato rinnovo del Fondo da 25 milioni, è stato introdotto un Fondo di 10 milioni di euro e 32 prestazioni previste nei Lea (Livelli essenziali di assistenza). «Con l’entrata in vigore del nuovo nomenclatore, le prestazioni nutrizionali verranno cancellate o rischiano di esserlo con la conseguenza per i cittadini non potranno usufruire di un’assistenza nutrizionale garantita dal loro Servizio sanitario regionale (Ssr), né ricevere efficaci risposte assistenziali, incluso l’ambito pediatrico, in tema di obesità, disturbi alimentari, malnutrizione, nutrizione artificiale, e altre» denuncia la consigliera regionale Nadia Conticelli (Pd) in una interpellanza presentata sul tema, in cui chiede alla giunta di affrontare il tema dei finanziamenti e l’attuazione della legge.

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