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CARCERI
24 Ottobre 2024 - 16:00
Cinque poliziotti penitenziari e un ispettore del carcere minorile Ferrante Aporti di Torino sono stati convocati davanti alla commissione disciplinare, a cui devono rispondere del comportamento tenuto durante la rivolta dello scorso 2 agosto. La notte di disordini, in cui i giovani detenuti appiccarono incendi e distrussero celle, uffici, aule e palestra, è ancora al centro delle polemiche. Le accuse mosse contro i sei agenti riguardano presunti errori nella gestione dell’emergenza, con l’uso di espressioni come "non essersi attivato adeguatamente", che hanno provocato l'indignazione del sindacato di categoria.
"Queste formule vuote suonano come uno schiaffo a chi ha messo a rischio la propria vita per mantenere l’ordine in una situazione disperata," ha tuonato Leo Beneduci, leader dell'Osapp, il sindacato autonomo della polizia penitenziaria. "L'Amministrazione non fa altro che rispondere con procedimenti disciplinari, mentre i nostri uomini hanno dovuto affrontare una vera e propria notte infernale."
La situazione al Ferrante Aporti è esplosa quella sera quando i giovani detenuti hanno iniziato a dar fuoco a diversi locali, filmando tutto con un tablet rubato a un agente. Approfittando della confusione, si sono impossessati anche dei cellulari utilizzati per le chiamate familiari, diffondendo sui social network i video della sommossa. Le immagini hanno fatto rapidamente il giro del web, amplificando la portata dell’accaduto. I danni causati dalla rivolta sono stati stimati dal Ministero della Giustizia in centinaia di migliaia di euro, un bilancio che riflette la gravità degli atti vandalici compiuti all'interno della struttura. La notte del 2 agosto, tra gli agenti di servizio, sei avevano appena 20 giorni di esperienza.
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