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CARCERI
19 Ottobre 2024 - 06:20
La Casa Circondariale di Ivrea sta vivendo un momento di svolta: per la prima volta, i detenuti possono accogliere i propri cani durante le visite dei familiari, e nel frattempo, tra le mura del carcere, i ristretti si prendono cura di alcuni gattini. L’iniziativa, accolta con entusiasmo dai garanti per i diritti delle persone private della libertà, Bruno Mellano e Raffaele Orso Giacone, rispettivamente garante regionale e garante di Ivrea, rappresenta un importante passo avanti per garantire ai detenuti un diritto spesso negato: l’affettività.
Giacone ricorda che una sentenza della Corte Costituzionale del 1999 aveva già riconosciuto questo come un vero e proprio diritto soggettivo. "Progetti come questo mettono al primo posto il detenuto," spiega Giacone, "permettendo loro di mantenere i legami con l’esterno e coltivare relazioni affettive anche all’interno delle strutture detentive."
Cara spesa
Molti detenuti sentono la mancanza dei loro amici a quattro zampe, e ora, grazie a questa novità, chi si trova ristretto a Ivrea potrà finalmente rivedere il proprio cane durante le visite, un momento che promette di restituire un po' di umanità a chi sta scontando la propria pena. Tuttavia, non mancano le polemiche. Il sindacato Osapp ha sollevato preoccupazioni, chiedendo una revisione della disposizione, ritenendo che l'introduzione degli animali possa creare problematiche logistiche e di sicurezza.
Raffaele Orso Giacone
Ma Giacone non sembra cedere alle critiche: "Questa è solo strumentalizzazione per fare polemica" afferma deciso. Anche Mellano interviene sulla questione, chiarendo che l’ingresso degli animali è regolamentato da autorizzazioni precise e iter rigorosi. "Non si tratta di una misura improvvisata," spiega, "stiamo lavorando su diversi progetti legati alla pet therapy per i detenuti".
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