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LA STORIA

"Io voglio morire tra i miei pianoforti"
La lotta di Ezio e Brigida contro la Sla

L'artista 73enne dovrebbe trasferirsi in una rsa e lasciare il suo "rifugio d'arte" a San Salvario

"Io voglio morire tra i miei pianoforti"La lotta di Ezio e Brigida contro la Sla

Ezio con la sua Brigida e Marco, amico e collega da oltre 40 anni

Ezio ha 73 anni, occhi azzurri e un sorriso che nonostante tutto non molla. Brigida, 67, è la sua compagna, infermiera con una grinta che ancora oggi non conosce pause. Si sono incontrati 35 anni fa e non si sono più lasciati, nemmeno quando la SLA, la sclerosi laterale amiotrofica, è entrata nelle loro vite. Una malattia che ti toglie il respiro, che blocca il corpo mentre la mente resta lucida. È lei a prendersi cura di lui, ogni giorno, con l’amore di sempre e la professionalità di chi ha passato anni in pronto soccorso a salvare vite. Vivono a San Salvario, in un locale che non è mai stato una casa, ma un rifugio d’arte. Da quel luogo magico, tra pianoforti e quadri, Ezio ha insegnato musica, accordato strumenti, inciso dischi. “Avevo costruito due soppalchi,” racconta, lo sguardo che sale verso il soffitto. È un museo, sì, ma anche il teatro di una vita vissuta intensamente. Brigida non ha mai fatto caso a chi storceva il naso. “Non mi è mai importato di vivere qui e delle chiacchiere della gente. Io sto con lui e tanto basta.”

Ma ora la loro serenità è sotto attacco. Il Tribunale ha stabilito che Ezio non sia più capace di intendere e di volere. I servizi sociali spingono per portarlo in una RSA, una di quelle strutture che tolgono il calore della casa, e affidare i suoi beni a un amministratore. Brigida si ribella: “Ezio? È lucido! Certo, è allettato, ma la sua testa funziona perfettamente.” E lui, da quel letto circondato da crocifissi e rosari, sorride. Non ha dubbi: “Voglio morire qui, tra i miei pianoforti. Non in una struttura dove non riconoscerei nulla.” Le parole di Ezio risuonano chiare come quelle note che per anni ha suonato sui palchi: niente soldi, niente aiuti, nessuna pietà. “Ringrazio, ma non mi serve nulla più di questo,” dice con la semplicità di chi ha già tutto. E Brigida, con la sua ironia tagliente, aggiunge: “Quando ci siamo conosciuti aveva i capelli lunghi, ecco come mi ha fregata!” Ma la malattia è solo uno dei problemi. Ezio non ha mai divorziato dalla sua prima moglie. Legalmente, Brigida non ha nessun titolo per stare accanto a lui, se non quell’amore e quella dedizione che la fanno svegliare ogni mattina al suo fianco.

“Lo so che quando lui non ci sarà più dovrò ricominciare da capo. Non ho i diritti di una moglie. Ma a me non importa nulla, io voglio solo stare con lui. È davvero così difficile da capire?” Ezio e Brigida affrontano la malattia con un’ironia disarmante. “Ballare no,” dice lei, sorridendo, “Ezio è stato un grande musicista, un pittore, ma non è mai stato bravo a ballare.” Le risate si mescolano alla musica che ancora riecheggia in quella stanza. Non chiedono altro che di restare insieme, lì dove tutto ha avuto inizio.  Ora, però, devono prepararsi a una nuova battaglia, fatta di udienze e sentenze. Ma loro, come sempre, sono pronti. Tra un sorriso e una battuta, continuano a vivere come hanno sempre fatto: insieme, contro tutto e tutti.

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