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IL COLLOQUIO

Lo sfogo del parroco di piazza San Carlo: «Qui troppi eventi»

A pochi giorni dalla Festa di Ognissanti, don Lorenzo Boubay racconta le difficoltà dei residenti della piazza “bloccata” dagli eventi. «Questo non è uno scrigno vuoto»

 Don Lorenzo Boubay

Don Lorenzo Boubay

Disegnata in puro barocco, la chiesa di Santa Cristina di piazza San Carlo è considerata la prima opera torinese dell’architetto Filippo Juvarra. Un vero gioiello, all’interno del quale don Lorenzo Boubay osserva scorrere la vita della piazza, l’andirivieni dei fedeli, i negozi e gli eventi, «troppi», che si consumano nel Salotto buono di Torino.
Don Lorenzo da quanti anni presta servizio nella Chiesa di Santa Cristina?
«(sospira) Oh, sono ormai sei anni».
Si considera un tradizionalista?
«Sono un sacerdote cattolico. Pertanto professo ciò che professa la Chiesa Cattolica. Se oggi questo significa essere tradizionalista, non saprei dirle».
Anche voi, come molte parrocchie a Torino, avete visto una diminuzione dei numero dei fedeli?
«Sì, ma in parte credo che sia dovuto ai ponteggi per i lavori di ristrutturazione della facciata della chiesa. Il calo dei fedeli corrisponde circa a quando sono state installate le prime impalcature. La facciata dello Juvarra è molto delicata e sensibile alle intemperie. Era necessario un intervento di restauro delle statue e delle colonne. Anche le fiaccole erano traballanti. Hanno iniziato i lavori a gennaio dell’anno scorso e ora, per metà novembre, dovrebbero toglierle».


Credits Claudio Divizia

E la piazza, come sta?
«Ci troviamo in una delle piazze più belle di Torino. Quello che rende la vita pesante per i residenti della zona sono gli eventi, che bloccano tutto».
Dovrebbero farne meno secondo lei?
«Diciamo che si potrebbe tenere un po’ più da conto il parere di chi questa zona la vive e la abita. Si agisce come se fosse uno scrigno vuoto, ma non è così».


Parliamo di Papa Francesco. Hanno fatto molto discutere le parole del pontefice sul diritto all’aborto. Cito: «I medici che lo praticano sono dei sicari». L’Ordine dei medici di Torino ha anche scritto una lettera in cui difende il lavoro svolto. Cosa ne pensa?
«Penso che fanno un brutto lavoro. Uccidono. Forse non avrei usato le stesse parole scelte dal Papa, ma praticare l’aborto significa uccidere un essere vivente senza difesa assoluta. Il bimbo nel senso della madre. Io condivido quello che dice il Papa e aggiungo anche che le donne che hanno vissuto l’esperienza dell’aborto soffrono moltissimo».
In un’altra occasione Papa Francesco ha parlato di “frociaggine” in Vaticano...
«Lo ha detto in un momento a porte chiuse, dentro la Conferenza Episcopale. Secondo me, da parte sua, era un modo di scherzare».
Dopo essersi giustificato però ha ribadito il concetto. Non pensa che possa essere stato un tentativo di “riposizionamento” della linea politica del Vaticano? Anche a fronte di una enorme emorragia di fedeli “benpensanti” sotto questo papato “rosso operaio”?
«La dottrina della Chiesa è che fuori dal matrimonio benedetto da Dio ogni atto sessuale è peccaminoso. La Chiesa Cristiana ha sempre considerato la pratica di atti omosessuali come peccaminosa. Non si può cambiare, è scritto nella Sacra Scrittura»
Quindi non c’è premeditazione?
«Il Papa ama dire cose forti, ma non credo sia stata una manovra pensata».
Fra pochi giorni si celebra Ognissanti. Cosa avete in programma?
«Da alcuni anni a questa parte, alla vigilia della festa di Ognissanti organizziamo una veglia di preghiera presso la parrocchia rettoria di Santa Cristina, per rinvigorire la Festa dei Santi e dei Defunti attorno a Gesù risorto. Non vogliamo vivere nelle tenebre. Faremo il rosario e i quattro misteri».

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