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CPR
29 Ottobre 2024 - 16:16
Non c’è ancora una data ufficiale, ma il bando della Prefettura per la ricerca di un nuovo gestore è un segnale chiaro: il Centro di permanenza per il rimpatrio (Cpr) di corso Brunelleschi potrebbe presto riaprire. La prospettiva ha subito acceso le proteste, con la Circoscrizione 3 pronta a lottare per impedire la riapertura e la comunità schierata al suo fianco.
Ieri sera, la sala consiliare della Circoscrizione 3 ha ospitato un incontro affollato. Tra i partecipanti, l’assessore al Welfare Jacopo Rosatelli, la garante comunale delle persone detenute Monica Gallo e l’esperto legale in materia di immigrazione Guido Savio. Presenti anche sindacati, il Gruppo Abele e vari consiglieri regionali, tra cui Gianna Pentenero, Daniele Valle, Nadia Conticelli e Valentina Cera. A fare gli onori di casa è stata la presidente della Circoscrizione, Francesca Troise, che ha aperto l’incontro dichiarando: “Stiamo parlando di persone. Nessun Cpr né qui né altrove”.
Sul tavolo, le proposte alternative alla riapertura inviate dal Comune: l’obbligo di firma e percorsi di reinserimento sociale per gli stranieri a fine pena, che verrebbero così sottratti alla prospettiva di una lunga permanenza nel Cpr. La proposta del Comune va in direzione opposta rispetto a quella della Prefettura, ma è sostenuta dalla maggior parte dei presenti, convinti che la struttura non debba riaprire.
Secondo ActionAid, infatti, il Cpr è costato alla collettività circa 3,5 milioni di euro nel 2023, nonostante fosse chiuso. Un investimento che, per chi si oppone alla riapertura, potrebbe essere utilizzato per misure più umane e più efficaci. “Non ci arrenderemo” è il grido che riecheggia tra i presenti.
C’è però anche chi, all’interno della Circoscrizione, ha votato a favore della riapertura. Anna Vadalà, consigliera della Lega, è stata l’unica voce favorevole su 15, argomentando che il Cpr è una “misura necessaria, fermo restando il garantire condizioni di umanità”. Anche Pietro Di Lorenzo, segretario generale provinciale del Siap, sostiene la riapertura, dichiarandola “indispensabile” per la sicurezza pubblica.
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