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VALENCIA

Valencia, in 366mila senza acqua e 50mila al buio

L' obitorio è stato allestito in un parcheggio improvvisato. Un secondo spazio è stato creato alla Fiera di Valencia, per ospitare chi non ha più nome, non ha più identità

Valencia. 366mila senza acqua e 50mila senza luce

A Valencia ci sono 158 morti e il numero di dispersi, per ora, resta un’ipotesi senza nome. Tre giorni di attesa infinita per i 366.000 residenti dei comuni sommersi dall’acqua, senza una goccia di acqua potabile, mentre 50.000 persone sono completamente al buio. Mancano beni essenziali, manca la pulizia di un fango che nel frattempo si è indurito e aderisce come una seconda pelle ai muri, alle strade, alle case. E chi interviene? Soldati in fila, schierati come in guerra – con l’illusione di avere armi contro una catastrofe che ha spezzato vite e città.

Treni bloccati, strade devastate, città e piccoli paesi tagliati fuori dal resto della Spagna. Collegamenti con Madrid? Impossibili per due settimane. Colonne di camion ferme sull’autostrada A7 come enormi carcasse, intrappolate in una Valencia che, di fatto, è diventata un’isola. “Ripristineremo tutto”, promette il ministro dell’Interno Grande-Marlaska, appena arrivato per mettere la faccia su un disastro che difficilmente vedrà soluzioni rapide.

La conta delle vittime è una cifra che sembra crescere solo per riempire le pagine dei giornali, mentre l’obitorio è stato allestito in un parcheggio improvvisato. Un secondo spazio è stato creato alla Fiera di Valencia, per ospitare chi non ha più nome, non ha più identità. Quindici corpi identificati su 158. Non è un lutto collettivo: è un silenzio assordante.

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