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Il progetto

Materie prime critiche, un’opportunità da 6 miliardi: ecco il piano di sviluppo per il 2040

Iren lancia la sfida: ridurre la dipendenza estera con l’economia circolare e l’urban mining

Luca Dal Fabbro, Presidente di Iren

Luca Dal Fabbro, Presidente di Iren

Con 1,2 miliardi di euro di investimenti, l’Italia può ridurre la dipendenza dall’estero per le materie prime critiche di quasi un terzo generando oltre 6 miliardi di euro di valore aggiunto per la filiera al 2040. È questa una delle principali evidenze emerse oggi a Roma all’evento La road map italiana per le materie prime critiche organizzato da Iren, in cui è stato presentato lo studio commissionato dal Gruppo e realizzato da Teha Group.

LO STUDIO

Lo studio si sviluppa a partire dalla rilevanza strategica delle materie prime critiche cioè di quei materiali di difficile approvvigionamento che sono strategici per lo sviluppo industriale e tecnologico (es. il litio per le batterie, il silicio per i semiconduttori, l’indio per i display), a fronte di un problema di scarsa disponibilità e limitate possibilità di approvvigionamento. L’Europa, infatti, ha una grave dipendenza dall’estero, soprattutto dalla Cina che produce il 56% delle materie prime critiche importate in Ue.

Lo studio traccia un percorso di sviluppo per l’Italia, in cui le materie prime critiche sono già oggi un elemento chiave per la competitività nazionale contribuendo a 690 miliardi di euro di produzione industriale del Paese, pari al 32% del Pil italiano.
Per incrementare e sostenere la competitività industriale del Paese in questo ambito vi sono quattro strategie operative: l’esplorazione mineraria, le partnership con i Paesi africani, la raffinazione e trattamento e infine, come già evidenziato, il recupero delle materiali e utilizzo delle materie prime seconde nelle produzioni industriali.

Secondo lo studio, lo sviluppo dell’economia circolare e dei processi di urban mining rappresenta la soluzione a breve più efficace. Per contribuire a questo obiettivo, una leva strategica sarà la crescita dei volumi di Raee raccolti, il cui 70% non viene gestito correttamente per la scarsa presenza di centri di raccolta fruibili e la ridotta consapevolezza dei cittadini. Altro propulsore di sviluppo per l’economia circolare è l’utilizzo delle materie prime seconde nelle produzioni industriali. La mancata valorizzazione di queste ultime, infatti, comporta in Italia una perdita annua di oltre 1,6 miliardi di Euro di Materie Prime Critiche per l’industria nazionale.

NUOVI IMPIANTI

Fondamentale, infine, sarà investire sulla capacità impiantistica e la realizzazione di nuovi impianti per il recupero e il trattamento, dato che ad oggi il 90% delle componenti dei Raee da cui estrarre materie prime critiche viene esportato. In Italia, infatti, gli impianti accreditati per il recupero e trattamento dei Raee in Italia non sono adeguati alla gestione dei volumi prodotti (solo 47 impianti su 1.071 risultano accreditati, pari al 4,3%). In quest’ambito, Iren si pone come apripista di un percorso di sviluppo nazionale, avviato con la creazione della piattaforma RigeneRare e proseguito con la prossima inaugurazione dell’innovativo impianto in Valdarno, il primo in Italia per il trattamento dei RAEE diretto al recupero di metalli preziosi con processo idrometallurgico e una capacità di trattamento di oltre 300 tonnellate di schede elettroniche all’anno.

L'ESEMPIO DI VOLPIANO

A Volpiano, tuttavia, c'è un impianto che presenta una linea altamente tecnologica.  L’impianto è gestito da Amiat - società del gruppo Iren - ed è e attrezzato sia per la raccolta dei rifiuti domestici collettati presso le varie isole ecologiche, sia per svolgere il medesimo servizio presso aziende e attività industriali in genere: per entrambi gli aspetti possiede le specifiche certificazioni che garantiscono standard di qualità per la raccolta, il trasporto, il trattamento delle varie tipologie di Raee.

“Dallo sviluppo delle materie prime critiche dipende il 32% del PIL italiano, oltre la competitività industriale e la sicurezza strategica nazionale” ha dichiarato Luca Dal Fabbro, presidente di Iren -. La strada più efficace da seguire è quella dello sviluppo dell'economia circolare, attraverso l’incremento dei volumi di Raee raccolti, incentivare l’utilizzo delle materie prime seconde nelle produzioni industriali attraverso la definizione di criteri end-of-waste e di schemi incentivanti per l’utilizzo di materiali riciclati. Iren è in prima linea per l'affermazione di un nuovo paradigma di sostenibilità e indipendenza che può disegnare per l'Italia un ruolo di nuova e rafforzata competitività".

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