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Economia & Lavoro

L'elettrico affonda l'auto, male la moda: ecco cosa sta accadendo all'industria italiana

L'analisi di Prometeia e Intesa Sanpaolo sulla chiusura del 2024 e le previsioni per il prossimo biennio

Industria 2025-2026, ecco come ripartirà l'Italia. Male moda e auto, bene l'export

Un 2024 pronto alla chiusura e un biennio economico fra alti e bassi. Così possiamo fotografare il quadro italiano dal Rapporto Analisi dei Settori Industriali realizzato da Prometeia e Intesa Sanpaolo. Dal prossimo anno, per il biennio 2025-2026, il settore manifatturiero italiano si prepara a una graduale ripresa, dopo un periodo di contrazione economica e incertezze a livello globale. Questo ritorno alla crescita sarà sostenuto da una serie di fattori chiave, tra cui l’inflazione in diminuzione, una stabilizzazione dei tassi d’interesse e il rafforzamento della domanda interna ed estera. Si prevede che il fatturato del settore possa riprendere un ritmo di crescita annuo dell'1,1% a prezzi costanti nel biennio 2025-2026, recuperando le perdite previste per il 2024 (-0,9%).

Ripresa degli scambi commerciali e crescita delle esportazioni

Gli scambi commerciali italiani dovrebbero beneficiare di un contesto economico più stabile nel 2025-2026, nonostante i rischi geopolitici e i cicli elettorali. Il manifatturiero italiano, noto per la qualità dell’offerta nell'alto di gamma e per la sua competitività in nicchie di elevato valore aggiunto, si prevede che incrementi le esportazioni a un tasso medio annuo superiore al 2%. Il saldo commerciale è destinato a superare la soglia dei 124 miliardi di euro nel 2026, un traguardo significativo che riflette il potenziale dell’export italiano.

Domanda interna in recupero e spinta agli investimenti

Nonostante le incertezze che hanno frenato il mercato interno nel 2024, si prevede che la domanda riprenda slancio grazie al miglioramento dell’occupazione e ai rinnovi contrattuali. L’implementazione del programma Transizione 5.0, insieme al supporto del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), giocherà un ruolo cruciale nell’attrarre investimenti, promuovendo l’adozione di tecnologie innovative e sostenibili. Inoltre, le condizioni di autofinanziamento del settore manifatturiero, supportate da un EBITDA margin dell'11,1% nel 2023, rappresentano una solida base per gli investimenti futuri.

Performance dei settori: i protagonisti del 2025-2026

La diversa capacità dei settori italiani di competere sui mercati esteri e di adattarsi alla doppia transizione digitale e ambientale delineerà il panorama economico del biennio. Settori come Elettrotecnica (+3,3% annuo), Largo consumo (+2,7%), Farmaceutica (+2,6%) e Alimentare e bevande (+1,1%) guideranno la crescita, mentre Meccanica (+2,5%) ed Elettronica (+2,3%) sono attesi recuperare terreno dopo un 2024 meno dinamico. Questi comparti saranno i protagonisti di una crescita sostenuta, trainata da esportazioni competitive e dalla forte domanda di beni di consumo durevoli.

Sfide per i settori legati a costruzioni e automotive

Al contrario, i settori legati alle costruzioni e all’automotive affronteranno difficoltà. Il rallentamento della spinta data dal Superbonus 110% porterà a una contrazione degli ordini nel settore edilizio, con effetti a catena lungo tutta la filiera, dai Prodotti e materiali da costruzione a beni durevoli come Mobili ed Elettrodomestici. L’automotive, inoltre, dovrà confrontarsi con una transizione complessa verso la mobilità elettrica e con un mercato interno di beni durevoli meno dinamico rispetto agli altri comparti.

I cali più intensi sono previsti per il Sistema Moda (-5,5%), alle prese con consumi di abbigliamento e calzature che faticano a ripartire, sia in Italia sia nei principali mercati di sbocco, e per gli Autoveicoli e moto (-6,6%).

Solidità finanziaria del settore: un driver per il futuro

Secondo il rapporto, il manifatturiero italiano si presenta ben posizionato per affrontare le sfide del 2024 e rilanciarsi nel biennio successivo. I risultati finanziari del 2023, con un incremento significativo della redditività, dimostrano come l’industria italiana abbia saputo migliorare i margini attraverso processi di efficientamento energetico e innovazione. Con una quota di imprese ad alta redditività (ROI superiore al 10%) salita al 46%, il settore può affrontare il futuro con ottimismo, basandosi su fondamenta solide e su una buona capacità di autofinanziamento.

In un contesto internazionale che continuerà a essere incerto, la flessibilità e l’innovazione resteranno elementi centrali per il manifatturiero italiano. Il rientro dell'inflazione e la ripresa della domanda estera rappresentano opportunità importanti, ma la capacità del settore di coglierle dipenderà dall'adattamento alle nuove dinamiche globali e alla doppia transizione digitale e ambientale. La crescita delle esportazioni e il consolidamento della domanda interna segneranno le basi per un nuovo ciclo espansivo che vedrà l’Italia riaffermarsi nel panorama manifatturiero globale.

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