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La principessa dimenticata
15 Novembre 2024 - 08:50
Dama di corte, con molti gioielli, e un ventaglio di pizzo che sventola - foto di scena
Figlia del re Carlo Emanuele III e della sua seconda moglie Polissena d'Assia, Maria Luisa Gabriella di Savoia era destinata a un futuro da regina, ma il destino aveva in serbo per lei un percorso diverso.
La sua storia, si intreccia con la città di Chieri, custode delle memorie di una principessa dimenticata.
Un episodio emblematico avvenne il 28 dicembre 1765, quando il procuratore generale Brea scrisse al sindaco di Chieri una lettera risentita per il mancato sgombero della neve attorno alla residenza della principessa.
LA MORTE E IL RITROVAMENTO
Maria Luisa di Savoia morì il 22 agosto 1767 e fu sepolta nella chiesa del monastero, un capolavoro architettonico firmato da Filippo Juvarra. Tuttavia, la sua pace eterna fu interrotta dalle leggi napoleoniche che portarono alla soppressione del monastero.
Nel 1811, durante la demolizione della chiesa acquistata all'asta da Porati di Cunico, furono ritrovati i resti della principessa. Un resoconto dell'epoca, conservato nell'archivio comunale, descrive il ritrovamento di "poche ossa e qualche lembo di drappo di tela guarnito di pizzo in oro". La cassa era rivestita di velluto cremisi e infoderata di piombo.
L'ULTIMO VIAGGIO VERSO SUPERGA
Fu Carlo Felice, successore di Carlo Emanuele I, a decidere nel 1823 di trasferire le ceneri della principessa dal cimitero di Chieri al mausoleo sotterraneo della Basilica di Superga. La traslazione avvenne nella notte tra il 14 e il 15 settembre, con un corteo solenne che comprendeva il ministro per gli affari esteri, il segretario di stato, quattro cappellani, una compagnia di veterani armati, una compagnia di carabinieri, sei guardie del corpo e una squadra di guardie svizzere. La lettiga funebre, trainata da quattro cavalli, era scortata da palafrenieri in livrea, mentre le strade illuminate a giorno accompagnavano il passaggio del corteo.
UN EROE SCONOSCIUTO
L'archivio comunale di Chieri conserva un documento che dettaglia le spese sostenute dal comune per la traslazione, ammontanti a 585 lire, di cui 300 lire furono destinate a Giovanni Bertola, in riconoscimento del suo ruolo nel salvataggio delle spoglie della principessa nel 1811. Un gesto che, sebbene piccolo, ha permesso a Maria Luisa di Savoia di trovare finalmente un riposo "degno del suo rango".
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