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Hai fatto uso di droghe recentemente? Con il nuovo codice della strada potresti rischiare di perdere la patente

Le recenti modifiche potrebbero sorprenderti, anche giorni dopo l'assunzione

Hai fatto uso di droghe recentemente? Con il nuovo codice della strada potresti rischiare di perdere la patente

La riforma del Codice della Strada, approvata dal Senato, introduce una norma che sta facendo discutere: chi viene trovato positivo ai test per l'uso di droghe, anche giorni o settimane dopo l'assunzione, rischia di vedersi sospesa la patente per un massimo di tre anni. È il governo che ha deciso di inasprire le regole e colpire chi fa uso di sostanze, ma c'è chi grida alla politica repressiva. 

Fino a ieri, per sospendere la patente, doveva essere provato lo stato di alterazione psico-fisica causato dall'uso di droghe. Oggi, con i nuovi test, bastano le tracce di sostanze nel corpo – anche se l'effetto psicotropo è svanito da giorni – per farti perdere la patente. Adesso le forze dell'ordine non devono più dimostrare che il conducente è effettivamente sotto l'effetto di droghe al momento della guida, ma basta che le tracce siano rilevabili tramite i test.

Uno degli aspetti più controversi riguarda la durata delle tracce. Il THC, la sostanza psicoattiva della cannabis, può rimanere nel corpo anche per settimane, con rilevamenti possibili nelle urine per un mese o nei capelli addirittura fino a tre mesi. La nuova norma, che si appoggia a test salivari, non tiene conto che l’effetto di una sostanza può essere svanito da giorni, ma le tracce restano.

Movimenti antiproibizionisti e associazioni sono scesi in campo, accusando il governo di applicare una politica repressiva, che nulla ha a che fare con la sicurezza stradale. Secondo Federica Valcauda di Europa Radicale, la norma è "una follia politica e scientifica". "La scienza, infatti, dimostra che l’effetto della cannabis svanisce in poche ore, mentre le tracce restano molto più a lungo". Per Valcauda, questa legge potrebbe essere addirittura incostituzionale.

Matteo Salvini, principale promotore della riforma (Fonte Instagram)

Nel 2023, Matteo Salvini aveva chiarito che l'obiettivo del governo era chiarissimo: punire chi si mette al volante dopo aver fatto uso di sostanze, indipendentemente dall'effetto in quel momento. La norma, quindi, colpisce non solo la guida sotto effetto immediato, ma l’assunzione in sé, anche se risale a giorni prima. E se la sospensione della patente può arrivare anche a tre anni, c'è chi parla di un’esagerazione politica e di una misure più da "sceriffo" che da salvaguardia della sicurezza stradale.

La legge non fa distinzioni nemmeno per chi usa cannabis a scopo terapeutico, con prescrizione medica. Antonella Soldo di "Meglio Legale" sottolinea che i pazienti che fanno uso della cannabis sotto controllo medico rischiano, in alcuni casi, la sospensione della patente pur seguendo un trattamento autorizzato. Una stortura che molti ritengono ingiusta, considerando che il consumo di droghe leggere non è nemmeno un reato in Italia.

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