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La rivoluzione sui buoni pasto: un tetto massimo del 5% sulle commissioni

Giancarlo Banchieri, presidente Fiepet-Confesercenti: «I costi stanno spingendo tanti esercenti a rifiutarli»

La rivoluzione sui buoni pasto: un tetto massimo del 5% sulle commissioni

Buoni pasto - foto di scena

Il Parlamento italiano ha recentemente approvato un emendamento al disegno di legge sulla Concorrenza che prevede l'imposizione di un tetto massimo del 5% sulle commissioni applicate agli esercenti per l'uso dei buoni pasto. 
Tale misura rappresenta un significativo passo avanti verso un sistema più equo e sostenibile per tutti gli operatori del settore.

Giancarlo Banchieri, presidente nazionale di Fiepet-Confesercenti, ha accolto con favore questa modifica legislativa, affermando: «L'introduzione di un tetto massimo del 5% alle commissioni sui buoni pasto è un passo avanti nella giusta direzione».

Con questa regolamentazione, il settore privato si allinea finalmente alle pratiche già in vigore nel settore pubblico, garantendo maggiore equità. Il nuovo regime entrerà in vigore a partire dal 1 gennaio 2025, con un periodo di transizione previsto fino al 31 agosto dello stesso anno. Questo arco temporale consentirà la rinegoziazione dei contratti attualmente in essere tra gli esercenti e gli emettitori dei buoni.

Banchieri ha sottolineato l'importanza di rivedere il meccanismo delle commissioni, mettendo in luce la necessità di proteggere gli esercenti, spesso piccole imprese, dai costi eccessivi imposti unilateralmente dagli emettitori dei buoni pasto. «Una deriva che danneggia anche i consumatori - ha aggiunto - poiché i costi insostenibili stanno spingendo numerosi esercenti a rifiutare i buoni pasto, riducendo significativamente l'efficacia di questo importante strumento di welfare aziendale».

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