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SANITA' E TECNOLOGIA
06 Dicembre 2024 - 11:27
Torino, ecco il primo intervento di impianto di defibrillatore extravascolare intratoracico
Alessio, un giovane preparatore atletico di Torino di soli 26 anni, ha recentemente affrontato una battaglia che, per mesi, lo ha visto lottare contro una condizione cardiaca potenzialmente letale. Un trattamento innovativo, che segna una nuova era nella medicina, gli ha permesso di superare un ostacolo enorme. Nei giorni scorsi, presso l'ospedale Mauriziano di Torino, è stato impiantato su Alessio il primo defibrillatore extravascolare intratoracico in Piemonte, un dispositivo all'avanguardia per la prevenzione della morte cardiaca improvvisa.
Il giovane, che soffre di distrofia muscolare, è stato seguito con attenzione dai medici già in passato a causa di una tachicardia persistente accompagnata da forte sudorazione. Una condizione che lo ha messo in allerta, spingendolo a sottoporsi a un holter per monitorare i battiti cardiaci. E proprio grazie a questo dispositivo, i medici hanno individuato anomalie significative, segnalando aritmie che la cardiologa ha definito preoccupanti.
Nonostante due interventi di ablazione, le condizioni di Alessio non sono migliorate. A luglio, durante una vacanza, il giovane ha ricevuto una notizia che ha cambiato drasticamente la sua vita: le aritmie erano gravi e rischiavano di diventare letali. La situazione era critica, ma Alessio ha agito tempestivamente e si è sottoposto a un intervento d'urgenza. "Non ho avuto nemmeno il tempo di pensare, o così o la morte", racconta con determinazione il giovane. Nonostante i mesi difficili, i dolori e le preoccupazioni, Alessio ha trovato la forza di laurearsi in scienze motorie a settembre, un traguardo che testimonia la sua resilienza.
L’intervento a cui Alessio è stato sottoposto, eseguito dal dottor Stefano Grossi e dal suo team di elettrofisiologia, è una vera e propria rivoluzione per il trattamento delle aritmie letali. Il nuovo defibrillatore extravascolare intratoracico, che si impianta sottocutaneamente sotto l'ascella, è collegato a un elettrodo posizionato vicino al cuore, sotto lo sterno. Rispetto ai dispositivi tradizionali, questo approccio riduce notevolmente il rischio di infezioni e complicazioni, garantendo una vita normale e un impatto estetico minimo.
"La procedura si è svolta senza alcuna complicanza e Alessio è stato dimesso prontamente, pronto a riprendere la sua vita quotidiana, inclusa una moderata attività fisica", ha dichiarato il dottor Grossi. Il dispositivo impiantato ha una durata di oltre 11 anni, offrendo ad Alessio una prospettiva di vita più lunga e sicura.
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