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EPIDEMIE
06 Dicembre 2024 - 17:50
Il Congo è in allerta massima. La scoperta di una malattia sconosciuta, che ha già ucciso 70 persone in meno di un mese, sta scuotendo le coscienze internazionali e lanciando segnali di allarme, soprattutto in Italia. Il ministero della Salute, infatti, ha diramato una direttiva alle Usmaf (Uffici di Sanità marittima, aerea e di frontiera), invitando a un monitoraggio rigoroso sui punti di ingresso nel nostro Paese, con un'attenzione particolare ai voli diretti provenienti da Kinshasa. Mentre le autorità locali in Congo si mobilitano per contrastare l’emergenza, l’incognita su ciò che stia davvero accadendo resta un’incognita che spaventa più di ogni altra cosa.
A partire dalla fine di ottobre, nella remota regione di Panzi, a sud-est della capitale Kinshasa, la misteriosa malattia ha fatto capolino, colpendo soprattutto bambini sotto i cinque anni, ma non risparmiando nemmeno gli adolescenti. I sintomi sono a dir poco inquietanti: febbre alta, mal di testa, tosse e difficoltà respiratorie. Un quadro che, seppur simile a quello dell'influenza, si distingue per la rapidità dell’evoluzione e la letalità impressionante, con un tasso di mortalità che sfiora il 30%. In poche settimane, più di 370 persone sono state infettate, e il numero delle vittime cresce senza sosta.
Se in Congo il governo e l'OMS stanno cercando di contenere il focolaio con ogni mezzo, dall’altra parte del mondo i medici italiani non nascondono la preoccupazione. A preoccupare non è tanto l’assenza di certezze sull'agente patogeno, ma la possibilità che questa malattia possa evolversi in una minaccia globale. Il virologo Roberto Burioni, da sempre in prima linea nella battaglia contro le epidemie, ha sottolineato il "quadro clinico strano", soprattutto per la presenza di anemia tra i sintomi. Insomma, una malattia che sembra “strana” non solo nei sintomi ma anche nelle sue dinamiche, con un agente che potrebbe rivelarsi pericoloso, anche se ancora sconosciuto.
Matteo Bassetti, direttore del reparto di Malattie Infettive dell’ospedale San Martino di Genova, preferisce un approccio più cauto. Seppur preoccupato per l’incertezza che circonda l'origine del virus, rassicura: "C’è un cordone sanitario in atto, e l’OMS sta seguendo le regole internazionali per monitorare la situazione". La collaborazione internazionale, come quella tra Congo e Organizzazione Mondiale della Sanità, è essenziale per arginare il problema, soprattutto in una zona come quella di Panzi, dove le condizioni di vita sono già drammatiche e le risorse sanitarie scarse.
Eppure, anche nel mondo scientifico non mancano i segnali di preoccupazione. Giovanni Rezza, professore di Igiene e Sanità Pubblica all'Università Vita-Salute San Raffaele, mette in guardia: "La letalità sembra molto alta, circa un terzo delle persone colpite, un dato che ricorda le febbri emorragiche come Ebola, ma i sintomi sono ben diversi". Rezza invita alla prudenza, suggerendo che non sia ancora il momento di allarmarsi, ma che occorra un monitoraggio stretto per capire se si tratti di una patologia batterica conosciuta o di un virus mai visto prima.
Quello che inquieta, però, è la rapidità con cui questa malattia si sta diffondendo. In un mondo globalizzato, dove le malattie non restano mai confinate per troppo tempo, l’incertezza sulle modalità di trasmissione e sull’agente eziologico può rivelarsi il terreno fertile per il caos. Le previsioni, per quanto rassicuranti, non possono fare a meno di prendere in considerazione la possibilità che un focolaio così virulento possa oltrepassare i confini africani, arrivando, chi lo sa, anche in Europa.
Mentre l’Italia si prepara, quindi, a monitorare ogni possibile ingresso del virus, è bene ricordare che l’epidemia in Congo non è solo una questione sanitaria, ma anche una questione umanitaria. La regione di Panzi, già martoriata da epidemie di febbre tifoide e da un tasso di malnutrizione che supera il 60%, non ha alcun tipo di infrastruttura adeguata a fronteggiare una crisi sanitaria di queste dimensioni. La risposta internazionale è fondamentale, ma per ora, la verità è che nessuno sa davvero cosa stia accadendo.
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