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LA VITA DELLA CITTA'

Torino, il centro come un palcoscenico a cielo aperto

Quando la città si fa teatro di emozioni e messaggi potenti

Torino, il centro come un palcoscenico a cielo aperto

Chi conosce il centro di Torino sa bene che le sue piazze e i suoi portici non sono solo il fulcro della vita urbana, ma anche il palcoscenico di un'infinità di performance artistiche. Ogni angolo della città sembra pronto ad accogliere esibizioni improvvisate, dai flashmob alle danze, dalla musica dal vivo agli spettacoli di strada. Un’energia che, sebbene ormai parte del quotidiano, riesce sempre a sorprenderci quando ci fermiamo ad ascoltare e osservare con maggiore attenzione. Oggi, il centro torinese ha ospitato due iniziative di sensibilizzazione che, pur nella loro diversità, hanno un elemento in comune: il tentativo di toccare le corde emotive dei passanti, invitandoli a riflettere, ad aprire il cuore e la mente.

Il primo incontro ci porta a conoscere Marco, un 49enne che, ogni domenica di dicembre e gennaio, trasforma le strade di Torino in un abbraccio collettivo. Marco ha un negozio di animali, ma da anni ormai, con un cartellone nero che annuncia “abbracci gratis”, si dedica a un’azione che sembra tanto semplice quanto profonda. "Ho iniziato nel 2018", racconta Marco, "gli studi hanno dimostrato che gli abbracci rilasciano serotonina, creando sensazioni di benessere".

Ogni domenica, dalle 11 alle 18, Marco si sposta tra Piazza Castello e Piazza San Carlo, offrendo abbracci a chiunque desideri riceverli. E, a volte, le sue azioni si intrecciano con storie di vita straordinarie. "Mi è capitato un episodio che non dimenticherò mai", racconta, con gli occhi che brillano mentre ripensa al ricordo. "Ero in piazza San Carlo e una coppia mi osservava. L'uomo mi ha abbracciato dicendomi che il gesto era da parte della sua compagna, malata terminale e incapace di alzarsi. Probabilmente quella sarebbe stata l'ultima volta che la donna poteva vedere il centro di Torino". Parole che colpiscono nel profondo e che ci ricordano quanto il contatto umano possa essere un gesto di conforto insostituibile.

Nonostante il mondo della tecnologia che, secondo Marco, ci ha "allontanati" gli uni dagli altri, lui è convinto che le relazioni umane siano ancora il fondamento della nostra felicità. E i suoi amici? "Mi hanno preso per pazzo all'inizio, ma ora vengono a trovarmi". Poco prima che ci salutiamo, arriva anche la mamma di Marco, Giuseppina, che con orgoglio gli porta del latte caldo: "Sono fiera di lui. È sempre stato empatico e sensibile fin da quando era bambino", ci dice, con un sorriso che sembra racchiudere l'intera bellezza del gesto di suo figlio.

Pochi passi più in là, in Via Roma, un'altra azione di sensibilizzazione cattura l’attenzione dei passanti. Un gruppo di attivisti del movimento "Anonymous for the Voiceless" è schierato in piazza, vestiti di nero e maschere raffiguranti "V per Vendetta". Tra le loro mani, dei monitor proiettano immagini forti e disturbanti di allevamenti intensivi e animali pronti per il macello. Un'azione potente, visivamente impattante, che non lascia indifferenti.

Pasquale, uno degli attivisti, spiega con determinazione la missione del movimento: "La legge non tutela tutti gli animali. Ci preoccupiamo dei cani, dei gatti, a volte dei conigli e dei cavalli. Ma noi possiamo fare di più. Smettendo di mangiare carne, possiamo essere persone migliori e agire in modo più coerente con i nostri valori". Con parole incisive, Pasquale critica la società che, pur indignandosi per le guerre e le violenze, chiude spesso gli occhi di fronte alle crudeltà contro gli animali. "Vogliamo far riflettere", conclude, "una vita ideologica e sostenibile è possibile. Basta aprire gli occhi".

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