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Economia
16 Dicembre 2024 - 15:30
Il Natale si mangia la tredicesima - per chi ce l'ha - e rende amare le festività. L'inflazione infatti torna a colpire con un aumento dell'1,3% registrato a novembre, raggiungendo livelli simili a quelli di luglio scorso. L'Istat attribuisce questa crescita a dinamiche inflazionistiche settoriali, con particolare incidenza sui prezzi dei beni alimentari e energetici. Mentre la pressione sui beni energetici si è leggermente attenuata, i beni alimentari hanno visto un sensibile aumento, segnando un balzo del 2,3% su base annua nel cosiddetto "carrello della spesa", dato che preoccupa le famiglie italiane.
Il Codacons avverte che l'attuale tasso di inflazione può tradursi in un'onerosa spesa aggiuntiva per le famiglie, stimando un aumento medio annuale di 427 euro per una famiglia tipo e fino a 582 euro per quelle con due figli. Con le festività natalizie alle porte, si attende un ulteriore aumento dei consumi, che rischia di amplificare i rincari, specialmente negli articoli alimentari e nelle bevande analcoliche, che hanno già visto un incremento medio del 2,8%. A livello internazionale, i mercati delle materie prime contribuiscono a queste tendenze.
Il cacao, in particolare, ha registrato un'imprevista crescita dei prezzi, con i futures che segnano un aumento del 4%, raggiungendo i 11.750 dollari per tonnellata. Questo rappresenta un incremento del 40% rispetto al mese scorso e del 170% su base annua, influenzato da raccolti al ribasso nell'Africa occidentale dovuti a condizioni climatiche avverse.
Assoutenti, tra le principali organizzazioni dei consumatori, ha lanciato un appello urgente al governo per misure di contenimento. Il presidente Gabriele Melluso sottolinea come le forti variazioni di prezzo di alimenti di base, come il burro (+20%), l'olio d'oliva (+9,7%) e la verdura fresca (+10,9%), con punte per pomodori (+23,7%) e insalata (+11,2%), contribuiscano a rendere i pranzi e cenoni natalizi un vero salasso per i consumatori.
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