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SANITA' & SALUTE
17 Dicembre 2024 - 17:15
Il Sistema sanitario italiano è in profonda difficoltà. Il 3° Rapporto sulla Salute e il Sistema Sanitario, presentato ieri dall'Eurispes e dalla Fondazione Enpam, fotografa una realtà allarmante, in cui i professionisti della salute, già gravemente sottopagati, devono affrontare quotidianamente enormi sfide. Il burnout, le violenze sul posto di lavoro e la precarietà contrattuale stanno minando la tenuta del settore, con gravi conseguenze per la qualità dell’assistenza offerta ai cittadini.
Secondo i dati del rapporto, il 52% dei medici e il 45% degli infermieri italiani soffrono di burnout, una condizione riconosciuta dall'Organizzazione Mondiale della Sanità come una sindrome derivante da stress cronico lavorativo non gestito. Questo fenomeno, che colpisce in particolare le donne, rappresenta una delle maggiori emergenze del settore. Infatti, le donne costituiscono i due terzi delle vittime di aggressioni all'interno degli ospedali, un dato che evidenzia la crescente violenza verso il personale sanitario.
Una particolare attenzione è rivolta ai reparti psichiatrici, dove quasi il 49% degli infermieri e degli operatori sanitari ha subito almeno un episodio di violenza negli ultimi due anni. Ma non è solo la violenza fisica a preoccupare: anche le condizioni di lavoro sono sempre più precarie. Dal 2008, infatti, la crescita del personale sanitario, che era proseguita senza interruzione per oltre 30 anni, ha subito una brusca frenata. Il rapporto tra assunzioni e pensionamenti è calato drasticamente, passando da 80 assunzioni ogni 100 pensionamenti nel 2014 a solo 70 nel 2015. Nel frattempo, il ricorso a contratti a tempo determinato è aumentato notevolmente, con una crescita del 44,6% tra il 2019 e il 2022.
Claudio Delli Carri, segretario regionale del Nursing Up Piemonte, ha sottolineato la gravità della situazione, esprimendo preoccupazione per la condizione del personale sanitario piemontese. «Oltre 30mila operatori sanitari su 50mila dipendenti nella sanità pubblica piemontese stanno vivendo un periodo insostenibile. Il carico di lavoro è diventato eccessivo e il burnout è un fenomeno in forte crescita. La situazione è specchio di quella nazionale, dove lo stress cronico e l’insicurezza aumentano», ha dichiarato. Secondo Delli Carri, è necessario intervenire con urgenza attraverso protocolli di sicurezza più efficaci, maggiore supporto psicologico e la stabilizzazione dei contratti a tempo determinato per garantire dignità e serenità agli operatori sanitari.
Il 2025, per i professionisti della salute, si preannuncia come un anno particolarmente difficile. Oltre alla carenza di personale, i medici e infermieri sono costretti a far fronte a un’escalation di violenze nei luoghi di lavoro. La situazione è ulteriormente complicata dalla cronica sotto-retribuzione del personale, che guadagna mediamente il 22% in meno rispetto ai colleghi degli altri Paesi Ocse. Un dato che, insieme alla precarietà dei contratti, sta alimentando un senso crescente di insoddisfazione e frustrazione tra i professionisti sanitari.
Delli Carri conclude con un appello: «Non possiamo parlare di progresso o innovazione senza affrontare le difficoltà quotidiane dei professionisti che garantiscono la salute pubblica. È necessario investire nella sicurezza e nella valorizzazione del personale sanitario, non solo come una misura economica, ma come un dovere sociale e morale. Solo così possiamo evitare che il Sistema sanitario nazionale e quello regionale vadano incontro a una crisi irreversibile.»
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