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Famiglie & Imprese
13 Gennaio 2025 - 05:30
La guerra del gas presenta il conto. L’Ucraina ha bloccato il flusso del gas russo e, nonostante dall’Europa si ripeta che solo una piccola parte del fabbisogno necessario è legato a Mosca (e Kiev), nella realtà le conseguenze sono molto pesanti. Per le famiglie e le imprese.
Perché appena bloccato il flusso, la quotazione alla borsa del gas di Amsterdam è schizzata oltre i 50 euro a megawattora. Che, tradotto in soldoni, secondo i dati Nomisma, l’aumento stimato nel 2025 è di 200-300 euro per una famiglia media italiana mentre per un’impresa media potrebbe essere di 30mila euro.
Perché quello che pochi ricordano è che, come spiega Confartigianato Piemonte, «le piccole e medie imprese italiane hanno pagato l’elettricità il 9,9% in più rispetto alla media Ue, per il 2025 si hanno proiezioni di costi che potrebbero essere maggiorati fino al 15% a causa del “caro metano». La Cgia di Mestre ha calcolato che, solo in Piemonte, gli aumenti per le imprese ammonteranno a 1,2 miliardi di euro.
«Questa crisi energetica, a breve, si ripercuoterà negativamente sull'occupazione e sull'intera economia perché quando le piccole imprese soffrono e i posti di lavoro sono a rischio, consumi e crescita subiscono una frenata» precisa Giorgio Felici, presidente di Confartigianato Piemonte.
Il gas pesa infatti per il 42% sul mix energetico che alimenta l’Italia. E settori già provati dalla crisi dell’automotive e da quella dell’edilizia orfana del Superbonus potrebbero andare in pesante sofferenza. Nei dialoghi con Zelensky, però, nessun governo sembra aver sollevato la questione...
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