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La ricorrenza

Giorno della memoria, il prefetto: "Le violenze di oggi sono il contrario del ricordo di ieri"

Consegnate le 37 medaglie ai parenti di coloro che furono internati nei lager nazisti

Giorno della memoria, il prefetto: "Le violenze di oggi  sono il contrario del ricordo di ieri"

Il prefetto di Torino Donato Cafagna

"In queste settimane di manifestazioni per la pace, manifestazioni con le motivazioni più diverse hanno attraversato le nostre città e spesso sono state caratterizzate anche da gesti di intemperanza e violenza, proprio quest'ultima è quanto di più contrario di quanto ricordiamo in questa giornata". Così il prefetto di Torino Donato Cafagna alla cerimonia di consegna delle medaglie d'onore per 37 cittadini internati e deportati nei lager nazisti, nel Giorno della memoria. Il prefetto oltre a porre l'attenzione sul tema delle violenza nelle nostre città, ha sottolineato l'importanza di questo evento come lascito di sofferenza e resilienza al dolore, ma soprattutto come esempio di come "l'uomo vinca sempre davanti a tutto". Nel suo discorso il Prefetto si è rivolto anche alle scuole presenti in aula, esortando gli studenti a tenere vivo il ricordo di tutte le vittime, per far si che queste sofferenze non vengano dimenticate.

Insieme a Cafagna, durante la cerimonia è intervenuto anche Dario Disegni, Presidente della Comunità ebraica di Torino, che è intervenuto sul fenomeno antisemitismo e di come questo sentimento si stia riacutizzando nel nostro paese. "Con sgomento assistiamo a fenomeni di negazione e di banalizzazione della Shoah, considerando che sono in aumento gli episodi di antisemitismo, con una cifra impressionante del 400%". Nel discorso, Disegni ha citato la senatrice a vita Liliana Segre, condividendo la preoccupazione della senatrice sul pericolo che quanto è accaduto resti solo sui libri di storia. Durate l'appuntamento sono anche intervenuti la vicesindaca Michela Favaro e l'assessore regionale Andrea Tronzano, rimarcando l'importanza di rimarcare questo giorno.

Il prefetto Donato Cafagna, la vicesindaca Michela Favaro e l'assessore regionale Andrea Tronzano

Alla fine della cerimonia che si è tenuta nell'aula magna della scuola ufficiali dell'Esercito, al Palazzo dell'Arsenale, sono state  consegnatele 37 medaglie d'onore, tramite un decreto del Presidente della Repubblica, ai parenti di coloro che vennero deportati e internati nei lager nazisti dopo l'8 settembre del 1943, e la maggior parte di loro si rifiutò di prendere parte alla guerra nell'esercito della Repubblica di Salò.

La consegna delle medaglia avvenuta nel finale della cerimonia

Tra le tante testimonianze presente in questa mattina c'è quella di Ilaria Mosca. Il nonno di Ilaria, Gino Mosca, era un soldato ed è stato internato nel campo di concentramento di Furstemberg nel 10 settembre del 1943, all'età di 19 anni. Ilaria spiega che poi suo nonno Gino fu portato in un campo di sterminio, dove fu adibito alle squadre di Sonderkkomando, ovvero degli internati che venivano messe in squadre per portare i detenuti all'interno delle camere a gas e poi portanti all'interno dei forni crematori. Alla domanda se il nonno Gino le avesse raccontato l'esperienza vissuta, Ilaria ha risposto: "Si ma solo una volta, perché rievocare quei ricordi per lui era un dolore insostenibile".

Ilaria Mosca con la medaglia consegnata in onore del nonno Gino

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