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Il lutto

Addio a Max Giusio, una vita interamente dedicata alla cultura e allo spettacolo

Fu la colonna portante del Salone del Libro di Torino, lavorando dietro le quinte

Addio a Max Giusio, una vita interamente dedicata alla cultura e allo spettacolo

Massimo Giusio, per gli amici semplicemente Max, è venuto a mancare all'ospedale Maria Vittoria di Torino, lasciando un vuoto enorme nel mondo della cultura e degli eventi di spettacolo. 

Nato a Torino nel 1961, Massimo ha dedicato la sua vita alla ricerca, all'insegnamento e alla scrittura, affrontando con passione temi legati alla sociologia, criminologia, diritto ecclesiastico, storia del Cristianesimo, antropologia religiosa e diritti umani. La sua capacità di unire diverse prospettive, sociali, storiche e giuridiche, ha sempre stimolato una riflessione profonda sul mondo che ci circonda.

Conosciuto anche per il suo ruolo fondamentale nel Salone del Libro di Torino e per il suo lungo impegno come consulente organizzativo del Concorso “Il + Bello d’Italia” (organizzato da Silvio Fasano), Max ha contribuito al successo di numerose iniziative culturali. La sua passione per la cultura lo ha anche portato a moderare incontri e presentare libri in Riviera Ligure di Ponente, con particolare affetto per Alassio, Andora e Borghetto, luoghi che ha sempre amato.

Dopo aver studiato e approfondito tematiche storiche e giuridiche, Massimo ha proseguito la sua carriera accademica affrontando importanti argomenti come la sociologia delle religioni, la libertà religiosa e la criminologia. Le sue pubblicazioni, tra cui Delinquente si nasce o si diventa? (1997), Il corpo e l'arte (1999), Elementi di criminologia (2006) e La libertà religiosa in Italia (2018), sono stati contributi significativi al dibattito accademico e hanno influenzato numerosi studiosi e ricercatori.

Non solo un accademico di grande valore, Massimo è stato anche un punto di riferimento per generazioni di studenti, trasmettendo la sua passione per la conoscenza e la ricerca. A pochi è noto, però, che la musica fosse un’altra sua grande passione. Pianista appassionato, Massimo vedeva nella musica un modo per esprimere la complessità delle emozioni e delle idee, come la sua ricerca scientifica rappresentava una forma di "armonia" intellettuale. La sua sensibilità musicale lo ha sempre accompagnato, arricchendo la sua vita di ulteriori sfumature.

Sempre pronto ad ascoltare, a dialogare, Max è stato un uomo capace di abbracciare con passione più dimensioni del sapere, lasciando un segno indelebile nel panorama culturale italiano.

La sua scomparsa improvvisa, avvenuta all'ospedale Maria Vittoria di Torino, ha lasciato un vuoto enorme tra i suoi amici e colleghi, che lo ricordano con affetto. Edoardo Raspelli, giornalista enogastronomico, lo ha descritto come una persona di grande cultura, appassionato di storia, geografia, latino, greco e diritto, e ricorda con affetto gli incontri legati al mondo dello spettacolo e della beneficenza. Il sindaco di Alassio, Marco Melgrati, ha espresso il dolore della comunità per la perdita di un amico sincero.

Massimo viveva da solo, e la sua assenza prolungata e la mancanza di risposta al telefono per più di due giorni hanno preoccupato i suoi amici. Allarmati, hanno deciso di entrare nel suo appartamento, dove purtroppo lo hanno trovato in gravi condizioni. Nonostante il pronto intervento, è spirato dopo poco più di 24 ore di ricovero al Maria Vittoria.

Max aveva perso la madre Clara poco prima del Natale. Lascia il fratello Aldo, che si sta dirigendo a Torino per l'organizzazione dei funerali.

Da ogni angolo d’Italia arrivano messaggi di cordoglio per l’uomo che ha dato tanto alla cultura e all’arte.

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