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Il caso
04 Febbraio 2025 - 12:49
Il bando è ancora aperto, e lo sarà fino a maggio 2027, ma di operatori che abbiano risposto con esito positivo all’invito di ampliare la platea dei possibili utenti con vetture in car sharing accessibili a persone con disabilità motoria, ancora neanche l’ombra.
Era luglio 2024 quando il Comune apriva il bando in cui venivano esposte le nuove linee guida per la gestione del servizio di car sharing cittadino. Di cui l’inserimento di «vetture accessibili che consentano anche alle persone con patente di guida speciale di usufruire dei vantaggi del car sharing una delle priorità del bando», aveva allora annunciato l’assessora alla Mobilità Chiara Foglietta, dietro proposta di mozione del consigliere Angelo Catanzaro - Pd. Ma un dopo a che punto siamo?
«A questa richiesta nessuno - tra le due società rispondenti al bando: Enjoy e Free to move - ha risposto positivamente», ha raccontato l’assessora in Consiglio comunale. Specificando, tuttavia, che si tratta di una «facoltà, e non un obbligo per l’operatore».
Dal testo del bando, infatti, si parla di una condizione facoltativa. «Gli operatori potranno mettere a disposizione veicoli accessibili alle persone con ridotte capacità motorie», si legge. E a questa possibilità - sebbene «sollecitati più volte», ha tenuto a precisare Foglietta - nessuno ha ancora risposto. «È un percorso quasi impossibile», ha attaccato il consigliere di Torino libero pensiero Pino Iannò, autore di un'interpellanza sul tema, nei confronti di Foglietta. «Non riceveremo mai un’offerta dai privati perché allestire un’auto del genere ha costi sproporzionati», ha continuato.
In effetti coprire le diverse forme di disabilità motorie con un’unica tipologia di veicolo non sembra semplice. E il range dei prezzi amplissimo. Si può andare dai 700 euro circa per la sola panchetta di trasferimento nel veicolo, ai 60mila euro e oltre per il cosiddetto “sali e guida”, che permette di accedere al posto di guida grazie a una sedia a rotelle predisposta al posto del sedile, coadiuvata da controllo vocale.
Il consigliere comunale Angelo Catanzaro - Pd
Ma più che una questione di costi c’è chi - come Catanzaro - imputa il vero fallimento della proposta al pregiudizio. «Io, che vivo la disabilità, sono molto deluso. Mi aspettavo una sensibilità maggiore. Abbiamo ancora, culturalmente, l’idea che una persona con disabilità debba essere necessariamente “assistita”, accompagnata. Per le aziende di sharing ci sono cittadini di serie A e cittadini di serie B. Hanno perso un’occasione, da cui trarre in primis ritorno pubblicitario», replica.
In assenza di un obbligo - che non si limiti a un caldo invito - sembra oggi difficile, dunque, si arrivi a un vero ampliamento del servizio in favore di persone con disabilità motorie. Meglio cambiare strada, secondo Iannò, che auspica una convenzione pubblica con chi già offre dei veicoli con ausili per disabili. «Sarebbe importante partire da aziende certificate ad installare gli ausili necessari e far conoscere agli operatori di car sharing gli ausili e i reali costi», ha concluso invece Catanzaro.
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