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Automotive
10 Febbraio 2025 - 18:03
I cinesi della BYD sbarcano a Torino, ma senza alcuna intenzione di produrre. L'idea è quella di reclutare i fornitori del territorio, quasi come fosse un attacco diretto a Stellantis. Con l'apertura dei nuovi centri di produzione anche nel nostro continente, rispettivamente in Ungheria e in Turchia, sembra che il responsabile del comparto europeo di BYD, Alfredo Altavilla, ex braccio destro di Sergio Marchionne in Fiat, voglia puntare sui fornitori di componentistica italiani: "Qua in Italia ci sono competenze, c'è competitività". Al tempo stesso però, quando si parla della produzione effettiva dei mezzi europei, si preferisce non dichiarare nulla, lasciando ancora in dubbio, se non conclusa, l'idea che possano emergere dei centri di produzione nel nostro paese.
Il problema nasce dal fatto della verticalizzazione del costruttore in Cina, che rappresenta più del 70% del paese. Aprire cinque centri di produzione in giro per il mondo nell'arco di diciotto mesi, rende complicato applicare il metodo anche altrove. "Richiederebbe un assorbimento di capitale enorme e sarebbe poco saggio usarlo in questo modo, in più ci si reggerebbe solo sui volumi di quel paese specifico", spiega Altavilla. Per questo ci si concentra sulla filiera dei paesi, come il Sud America o nel nostro caso, l'Italia. "La filiera italiana è già ben presente in giro per l'Europa, l'Italia il primo paese dove la componentistica si presenta e si mette in gioco per diventare potenzialmente il nostro fornitore degli stabilimenti europei". Altavilla non ha avuto dubbi fin dall'inizio sulla filiera componentistica del nostro paese e lancia una sfida ai 300 fornitori per il 20 e il 21 febbraio all'incontro per assegnare loro 500mila veicoli che saranno prodotti in Ungheria. "C'è molta attesa anche da parte dei colleghi cinesi, noi abbiamo dato una possibilità di presentarsi e mettere in mostra le proprie competenze, ora tocca a loro guadagnarsi la fiducia di diventare partner di BYD".
Durante la conferenza alle Ogr di Torino, luogo scelto perché rappresenta "la capitale dell'industria, un hub della tecnologia e dell'arte, dove connessioni ed emozioni viaggiano veloci sulle autostrade digitali". Una presentazione immacolata, con tanto di presentatore animato dall'intelligenza artificiale, che sembra voler surclassare con la sua innovazione la società storica della città, la Fiat, oggi Stellantis. Tra statistiche sulle prestazioni e riconoscimenti per le politiche green sulla produzione, la BYD Atto 2 si presenta come il futuro che è già arrivato. L'intelligenza artificiale fa da padrona e caratterizza completamente l'auto con le sue numerosissime funzioni (forse anche troppe), dalla gestione dei consumi all'assistente vocale. Punto focale della conferenza è stato il prezzo, che ha visto la versione "standard" del veicolo a una cifra di 29.990 euro, mentre la versione "boost" a 31.900 euro, definendolo il miglior "value for money" della categoria, ossia il rapporto prezzo-prodotto.
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