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Creator digitali e INPS: pensione e contributi per chi lavora online

Nuove regole per influencer, TikToker e gamer

(Credit photo Valerio Minato/Instagram)

(Credit photo Valerio Minato/Instagram)

Il mondo del lavoro cambia, e finalmente anche l’INPS se n’è accorto. Influencer, YouTuber, streamer e podcaster non sono solo ragazzi che fanno video e dirette: sono professionisti che fatturano, a volte guadagnano cifre stellari e, proprio come tutti gli altri lavoratori, devono pensare alla pensione. Ecco perché l’INPS ha pubblicato una circolare che ufficializza l’inquadramento previdenziale per i creatori di contenuti digitali, detti DCC (Digital Content Creator). Un segnale chiaro che la previdenza sociale italiana sta cercando di stare al passo con i tempi.

L’obiettivo è dare un quadro normativo certo a chi lavora nel digitale, spesso in modo autonomo e senza un contratto tradizionale. La circolare spiega come verranno classificati i creator, come funzionerà il versamento dei contributi e quali saranno le tutele. Finalmente, chi vive di social e piattaforme digitali potrà avere una pensione, ma dovrà anche rispettare nuovi obblighi fiscali.

L’INPS ha sottolineato che l’inquadramento riguarda tutti i creator digitali, dagli influencer agli streamer, passando per i podcaster e i pro gamer. L’obiettivo è creare un sistema previdenziale che si adatti alla realtà del mercato e che possa evolversi insieme al settore. Il presidente INPS, Gabriele Fava, ha spiegato che la circolare è un passo avanti per garantire diritti ai lavoratori digitali e combattere la precarietà di un mondo spesso privo di tutele.

Ma chi sono davvero i content creator in Italia? Secondo il Rapporto I-Com 2024, oggi nel nostro Paese ci sono circa 50mila influencer, di cui 18mila lavorano a tempo pieno. Il giro d’affari è enorme: il guadagno medio annuo nel 2024 è stato di circa 84mila euro, tre volte il salario medio italiano. Alcuni creator top arrivano a superare 1,6 milioni di euro l’anno, mentre altri si fermano ben al di sotto di queste cifre. Con questi numeri, era inevitabile che l’INPS intervenisse. Se fino a oggi fare l’influencer era visto da molti come un “lavoretto”, ora diventa una professione regolamentata a tutti gli effetti. 

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