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Economia

John Elkann ci ha visto lungo: da 280 dollari a zero, carneficina Nikola e piccoli investitori rovinati

Da Tesla 2 a disastro finanziario: il sogno dei camion elettrici finisce in bancarotta

"Reggi il volante. Che dici, Nikola avrà visto?"

"Reggi il volante. Che dici, Nikola avrà visto?"

John, te la sei scampata bella. Nikola Corporation, una volta celebrata come la futura Tesla dei camion elettrici, ha recentemente presentato istanza volontaria di fallimento, pianificando la liquidazione delle sue operazioni. Ma torniamo indietro: nel 2019, CNH Industrial, controllata da Exor, la holding della famiglia Agnelli, aveva annunciato un investimento strategico di 250 milioni di dollari in Nikola. L'obiettivo? Industrializzare camion a zero emissioni e rivoluzionare il settore dei trasporti pesanti.

Fonte NikolaMotorCompany/Instagram

Fortunatamente per Elkann e soci, l'affare non andò in porto come previsto. Oggi, mentre Nikola affonda, Exor e CNH Industrial possono tirare un sospiro di sollievo per aver evitato un investimento che avrebbe potuto trasformarsi in una catastrofe.

Con l'avvio del processo di vendita ai sensi del Chapter 11, Nikola intende cedere i propri asset e chiudere le operazioni residue entro la fine di marzo 2025. Un epilogo amaro per una società che prometteva di rivoluzionare il settore dei trasporti sostenibili. Nel 2020, le azioni di Nikola avevano raggiunto un picco di 280 dollari, alimentate da promesse rivoluzionarie nel settore dei veicoli a emissioni zero. Oggi, 24 febbraio 2025, il titolo è precipitato a 0,2648 dollari, segnando una perdita catastrofica per gli investitori. La capitalizzazione di mercato è crollata da 27 miliardi di dollari a meno di 35 milioni.

L’ascesa e la caduta di Nikola sono un film già visto: tante promesse, investitori VIP e un disastro epocale. L’ex CEO Trevor Milton aveva venduto sogni su ruote, ma senza un vero prodotto funzionale. Nel luglio 2023, Milton si è dimesso dopo essere stato ufficialmente accusato di tre capi d’accusa di frode criminale. La SEC aveva già avviato indagini sulle dichiarazioni inesatte della società agli investitori, e a marzo 2023 aveva inflitto a Nikola una multa di 125 milioni di dollari. Ora l’azienda cerca di svendere i pezzi rimasti, mentre il mercato la cancella.

Nel maggio 2023, Iveco aveva messo fine alla joint venture con Nikola per lo sviluppo di camion elettrici e a idrogeno, rilevando la partecipazione europea e ottenendo la licenza per l'uso del software sviluppato in comune. La separazione era costata a Iveco un impatto negativo di 44 milioni di euro, ma si rivelò una mossa strategica per evitare ulteriori perdite. Nikola, da parte sua, aveva ottenuto la licenza per la tecnologia Iveco S-Way per il Nord America e la proprietà congiunta degli assali elettrici sviluppati con FPT Industrial. Tuttavia, neanche questo accordo è riuscito a salvare l’azienda dal declino.

Sul forum di Investing.com, il sentiment degli investitori è cupo. Commenti come "Ho perso tutto" e "Un'altra bella fregatura" riflettono la disperazione di chi aveva creduto nel sogno Nikola. Molti piccoli investitori si trovano ora con portafogli devastati, vittime di promesse non mantenute e di una gestione aziendale discutibile. I ricchi? Si salvano sempre. I piccoli? Restano col cerino in mano. Mentre la società brucia, i grandi squali della finanza si sono già messi in salvo. Elkann e Exor, che in passato avevano valutato un ingresso nel capitale di Nikola, hanno saputo tirarsi indietro in tempo, lasciando il pacco ad altri.

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