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IL FATTO
15 Marzo 2025 - 13:35
Torino si prepara alla prima ostensione digitale della Sindone. Ecco Avvolti, un progetto che dal 28 aprile al 5 maggio celebra il Telo Sindonico in occasione della Festa della Sindone (4 maggio) e di questo anno giubilare. Si tratta di una tenda dai colori chiari che verrà posizionata negli spazi di piazza Castello: al suo interno i visitatori potranno vedere l’immagine della Sindone disposta, orizzontalmente, su un tavolo luminoso. E grazie alla tecnologia ci saranno dei punti illuminati che forniranno dettagli importanti. Un approccio mai fatto. Sempre all’interno della tenda, saranno presenti diversi dispositivi video, un’area per incontri e convegni (dove potranno partecipare un centinaio di persone ad evento), inoltre sarà esposto il plastico della Sindone che abitualmente si trova in via san Domenico, dove i ciechi potranno leggere il sacro Telo.
Per vedere la Sindone dal vivo si dovrà attendere la prima ostensione pubblica che ad oggi è programmata per il 2033.
Un tentativo di avvicinare più persone possibili, spiega il cardinale Roberto Repole. L’accesso sarà possibile solo con una prenotazione che andrà fatta sul sito www.avvolti.org e sarà a titolo gratuito. Un’attenzione particolare è rivolta ai giovani, che vedranno una giornata a loro dedicata, il 3 maggio. La loro esperienza terminerà con una venerazione del Telo Sindonico all’interno del Duomo, poi si ritroveranno in piazza Castello per ascoltare le parole del Papa in un messaggio che verrà trasmesso su un maxi schermo.
“L’anno giubilare che stiamo vivendo è una bella occasione per un approccio nuovo al tema sindonico” spiega Repole. “Grazie a multimedia e tecnologia possiamo accostarci al telo sindonico come mai fatto. Intercettando anche persone nuove”. E sempre il monsignore: “La Sindone è la rappresentazione di un uomo sconfitto. Perché la morte è una sconfitta. La sindon invita riflettere. Il volto del Cristo è uno sconfitto, umiliato e vuole tanto, disprezzato e ucciso. Ci ricorda i modi in cui nella storia dell’umanità uomini e donne percepiscono la vita da sconfitti. Come nei terreni di guerra, conflitti di cui tutti speriamo ci sia risoluzione. Ma senza arrivare a così distante anche a chi vive drammi di malattia e disoccupazione, anziani soli e abbandonati, persone vittime di violenza e ingiustizia. In ogni caso siamo tutti che lo vogliamo o no sconfitti dalla morte” continua Repole. “E poi la speranza, tema del nostro Giubileo. La speranza interviene quando si vive l’esperienza dell’abbandono. E nonostante questo, bisogna avere fiducia. Nella tradizione cristiana l’oggetto della speranza è Dio. Guardiamo il Telo Sindonico in questo particolare anno con un occhio altrettanto particolare per attingere a motivi di speranza”.
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