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l’intervista

Moschea, in circoscrizione si esulta: «Speriamo che il re venga a Torino»

Il presidente sottolinea la riqualificazione di un luogo abbandonato da 30 anni

Luca Deri

Luca Deri, presidente della Circoscrizione 7

Luca Deri, presidente della Circoscrizione 7, a differenza dei cittadini del quartiere, è entusiasta del progetto che vedrà luce nella ex Nebiolo. «Ho partecipato all’incontro qualche sera fa, dove veniva illustrato il centro che verrà realizzato. Perché non è una moschea o meglio, non è solo una moschea, è un centro polivalente che al suo interno avrà un quarto dello spazio dedicato al culto, mentre gli altri tre quarti saranno una biblioteca, uno studentato e in ciò che resta verranno sistemate aree che saranno gestite dalla Circoscrizione o dal Comune».

Deri afferma che questo cambiamento porterà del buono anche dal punto di vista urbanistico: «Quell’area è dismessa e abbandonata da trent’anni. Aurora è in piena trasformazione, sta cambiando volto. Abbiamo il nuovo Campus, abbiamo gli studenti negli ex spazi di Lavazza. Tra quattro mesi aprirà la McFit, la nuova palestra. C’è stato il recupero degli spazi di Enasarco, da ex area in disuso a mini grattacielo. Tutto questo porta valore aggiunto al quartiere e il nuovo centro polivalente che nascerà negli spazi ex Nebiolo in questo quadro si inserisce benissimo». Il presidente parla anche di utilità «perché la 7 è una circoscrizione dove sono tanti i musulmani. E abbiamo sette moschee, censite per lo meno. Se un posto come questo permette a molti di pregare in un luogo bello, sicuro, trasparente… meglio che a pregare in un sottoscala o in posti improvvisati. Tra l’altro sono sei anni che ne si parla di realizzarlo, questo centro». E sulla diffidenza dei residenti? «Più che comprensibile. Sarà nostro compito presentare loro il progetto, spiegargli tutto nel dettaglio. Faremo incontri dedicati a loro. Le cose nuove, all’inizio possono spaventare. Poi comunque ricordiamoci che qui il re del Marocco sta pagando per riqualificare uno spazio che cade in rovina da trent’anni. Paga lui, non la città. Io penso lo faccia perché vuole fare una bella figura. E se vuole apparire in modo positivo, sono più sereno sul come andranno le cose».

Verrà il re all’inaugurazione? «Non lo sappiamo. Speriamo. Nel 2025 una moschea non dovrebbe scandalizzare. Ci sono a Roma, il punto nevralgico della religione cattolica. Perché non a Torino?».

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