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24 Marzo 2025 - 05:40
Quartiere Aurora, domenica pomeriggio. Tutti i giornali riportano la notizia di una nuova moschea che andrà a riqualificare l’area dell’ecomostro in corso Novara, all’angolo con via Bologna. La notizia è fresca ma i residenti del quartiere sono «già stufi da un pezzo», come affermano loro. «Basta, non ne possiamo più, non ne vogliamo altri posti dedicati agli islamici. Ne abbiamo già tante di moschee qui intorno. Non siamo più a casa nostra. Abbiamo paura di uscire di casa. Come mi chiamo? Scusa ma non te lo dico, non voglio che mi succeda nulla». Tutti coloro che fermiamo e intervistiamo, nel tratto che collega la futura moschea all’incrocio con corso Palermo, la pensano alla stessa maniera. Stessa musica, niente foto perché «non vogliamo avere problemi». Una donna con un piccolo cane ci spiega che «questo clima di insicurezza che si è creato in Aurora» li mette nella condizione di non riuscire a star tranquilli «perché, se vi guardate intorno, vedrete che è pieno di spacciatori. Chi mi dice che questa nuova moschea non sarà piena di questi? Voi ne siete così certi? Lo so anche io che chi crede nell’Islam non dovrebbe spacciare e consumare droghe, ma a guardarmi intorno poi so cosa vedo tutti i giorni».
Un signore risponde alla nostra domanda con un’altra domanda: «Vi siete informati sulla lingua in cui terranno i sermoni? Perché se non è in italiano, inutile parlare di integrazione. Solo buonismo». Pochi passi dopo, chiediamo a un’altra signora: «Io non lo trovo giusto ma non trovo giusto proprio avere così tanti stranieri, non stiamo preservando la nostra cultura, non mi piacciono e sento solo notizie che parlano di questi come persone poco raccomandabili». Con lei c’è il marito: «A me non cambia nulla, spero solo sia la volta buona per smetterla di pregare per strada». Meno accomodante un altro residente: «Non è importante cosa pensiamo noi, altrimenti ci avrebbero interpellato prima. Fanno cosa vogliono loro, intendo chi prende le decisioni». Chiediamo alla sua compagna un parere: «Questo Re che motivo ha di voler spendere i soldi qui? Questi ci conquisteranno tutti, la gente ancora non ha capito».
Infine una donna ci ricorda «che nel 2021 c’è già stata una manifestazione proprio davanti all’ecomostro. Abbiamo già espresso i nostri pareri quando era il momento di farlo».
Nel frattempo a passeggiare per Aurora vediamo, effettivamente, diverse situazioni “difficili”: c’è chi è seduto sui gradini e sta fumando del crack. Sono solo le due del pomeriggio. Poco più in là un uomo, straniero, sta urlando contro una donna: lei non vuole prendere l’autobus e lui si sbraccia con il telefono in mano, parlando in una lingua che non riusciamo a capire. Sono evidentemente queste le scene quotidiane che spaventano i residenti, che li fanno vivere in questo clima di preoccupazione per la nuova moschea.
Proviamo a chiedere ad alcuni stranieri, ma nessuno di loro vuole farsi intervistare. Entriamo in un bar, perché all’interno vediamo che il barista sta leggendo il giornale. «Non so cosa dire. Ho il bar in questa zona, questa notizia non mi tange, cosa cambia, è una zona piena di islamici e moschee. Niente foto per favore» taglia corto, dicendo che ha delle cose da fare. Ci sta invitando a interrompere quella conversazione che trova sgradevole.
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