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IL FATTO

Torino, ecco com’è dentro il Cpr

Non si sono fatte attendere le reazioni dei politici. Prevista per il pomeriggio una manifestazione dei centri sociali

Torino, ecco com’è dentro il Cpr

Stamattina il Cpr ha riaperto i cancelli

Primo giorno di apertura del Cpr, primo sopralluogo di politici. Escono dalla porta d’ingresso del Cpr a occhi bassi Marco Grimaldi, parlamentare di Alleanza Verdi Sinistra, Sara Diena, consigliera comunale di Sinistra Ecologista, Francesca Troise, presidente della Circoscrizione 3: «Oggi è un giorno triste, si riapre una ferita nel territorio perché questo non è un posto umano - attacca Grimaldi - In questo momento non ci sono ospiti all’interno ma tutto è pronto ad accoglierli. Dentro ci sono due aree, entrambe con 5 stanzoni e in ognuna sei letti di ferro inchiodati al pavimento. Niente coperte, niente lenzuola».

Grimaldi e Diena raccontano di un unico spazio per attività all’aperto, dove sono state installate reti da calcio e canestri per il basket. Ma il perimetro è lo stesso e non sarà possibile svolgere entrambe le attività sportive contemporaneamente: «Sanitalia, la ditta che ha vinto l’appalto, ha parlato di collaborazioni con enti del terzo settore ma siamo del parere sia un copia e incolla da altri bandi». Avevano annunciato anche un locale biblioteca «ma al momento non c’è. Unici luoghi collettivi sono il campo sportivo, un’area dove consumare pasti e guardare la televisione» spiega Diena. Francesca Troise è alla sua prima visita all’interno della struttura: «Ho visto una doccia e due turche per i bisogni ogni 5 persone, non separate da muretti o pareti». Che ne è della struttura chiamata “Ospedaletto”, dov’è morto Moussa Balde nel 2021? «Quell’area non c’è più. Come non ci sono più gli oscuranti alle finestre» risponde Grimaldi.

Nel frattempo dentro il Cpr arrivano una psicologa e un’educatrice. All’aprirsi del portone, si intravedono diversi uomini delle forze dell’ordine. Arriva anche un dipendente di Sanitalia, che cancella scritte e murales che sono apparse nella notte. L’atmosfera è tesa, alcuni giornalisti che arrivati nella mattinata sono stati identificati. Grimaldi annuncia di proseguire con interrogazioni parlamentari perché «questo luogo non era idoneo a trattenere persone per 30 giorni, figuriamoci 18 mesi, è peggio di un carcere». Contrario anche il sindaco Stefano Lo Russo, che ribadisce come «il Cpr sia un luogo che non risolve nessuno dei problemi per cui è nato. Auspichiamo un ripensamento in generale della strategia sull’immigrazione del Governo». Diversa la reazione di Augusta Montaruli, deputata di Fratelli d’Italia: «La riapertura del Cpr è assolutamente una buona notizia: il Governo ha mantenuto l’impegno contro l’immigrazione clandestina, che intendiamo contrastare con ogni mezzo». Secondo Montaruli il Cpr in passato è stato strumentalizzato per «creare violenza, non per tutelare i diritti di nessuno». E sulle eventuali proteste Montaruli afferma: «Il Governo Meloni non è ricattabile, non cede alla violenza e alla prepotenza. Se ci sono forze politiche che intendono dare il fianco a chi ancora si oppone al Cpr, si prenderanno le loro responsabilità». Si esprime anche il ministro per la Pubblica Amministrazione, Paolo Zangrillo (Forza Italia): «Stiamo lavorando per ridare operatività a questo Centro, cerchiamo di fare le cose al meglio, il tema dell’immigrazione irregolare è presente in tutto il territorio nazionale e ogni territorio deve dare il suo contributo».

Sul tema, infine, interviene l’arcivescovo Roberto Repole: «La riapertura del Centro di corso Brunelleschi non è un passo indolore per Torino, che da oggi torna a rispondere con il trattenimento in struttura e la privazione della libertà a uomini che sono venuti nel nostro Paese in cerca di speranza per un futuro migliore. Comunque si voglia valutare la questione migratoria e riconoscendo che non è facile gestirla, non possiamo rassegnarci a rinchiudere chi non ha commesso reati e a non cercare invece percorsi per favorire la regolarizzazione e l’inserimento delle persone nella nostra società. Non punto il dito contro nessuno, ma vorrei che facessimo tutti insieme un’autocritica. Tutti insieme, istituzioni nazionali e locali, dobbiamo cercare alternative. E nel frattempo chiedo con trepidazione alla città di vigilare perché nel Cpr vengano garantite le condizioni di rispetto della dignità per ogni essere umano evitando condizioni di degrado e di abbandono, come è avvenuto nel passato».

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